Valle S. Felicita ripulita dai volontari:
«Era diventata una mega discarica»
Via rifiuti industriali, 5 anni di lavoro

Martedì 5 Aprile 2016
Galvan con gli amministratori in valle Santa Felicita

ROMANO D'EZZELINO - Si sono rimboccati le maniche, da autentici volontari, e in anni di lavoro continuo e progressivo hanno riportato al suo originario splendore ambientale 3.500 metri quadri di Valle Santa Felicita, ambiente ai piedi del Monte Grappa da cui si diparte un famoso sentiero per la Cima, già sede di un poligono militare e oggi "arredato" anche da una frequentata palestra di roccia, oltre a rappresentare da sempre luogo di escursioni e picnic.

La pressione umana però negli anni ha procurato non pochi danni alla valle, utilizzata anche da qualche mascalzone come deposito illegale di rifiuti tossici e vernici di tipo industriale. Ma la cosa non ha spaventato Renato Galvan, presidente dei donatori di sangue di Romano, che in prima persona ha ideato ed eseguito la maxi ripulitura, aiutato dai volontari dal suo gruppo e dagli alpini di Semonzo. Con gli amministratori comunali, il sindaco Rossella Olivo, il vice Remo Seraglio e l'assessore Massimo Ronchi,  e con Michele Grosso del gruppo Ana semonzese, Galvan ha potuto mostrare a tutti l'area riportata a splendere dopo il lungo e faticoso lavoro, iniziato nel 2011, incassando anche gli ovvi complimenti e ringraziamenti degli amministratori.

Ecco com'è adesso e come l'avevano ridotta prima


Valle Santa Felicita, al cui inizio s'affaccia la storica locanda "Alla Mena", è stata rimessa a nuovo per circa un chilometro a nord dello storico sacelle e 700/800 metri a sud. I volontari, senza chiedere aiuti economici, hanno fatto la manutenzione della boscaglia intricata da anni di incuria, e l'hanno ripulita da tonnellate di rifiuti di ogni genere, alcuni anche di origine produttiva.  Hanno avuto pure una certa attenzione nel recupero di tracce della Grande Guerra, visto che qui era una delle retrovie principali dell'esercito italiano. Sistemate quindi la vecchia polveriera, una vasca dell'acquedotto, e anche il sito di un tratto di ferrovia militare a sud del sacello. 

«L'idea - ha spiegato Galvan - è stata quella di ripristinare l'ambiente ma anche i ricordi della storia che qui è stata particolarmente segnata. Abbiamo cercato di rendere questo ambiente fruibile a tutti». Però, ha aggiunto, «abbiamo trovato tra anfratti e luoghi lordati una vera discarica a cielo aperto». Ottenute le autorizzazioni degli enti locali (la valle sta sotto due province e i comuni di Romano e Borso), i volontari hannopoi operato mettendo in campo non solo la propria forza lavoro ma anche i propri mezzi. Renato Galvan è chiamato "sindaco della valle", perché ne conosce ogni angolo e tiene sotto controllo costantemente movimenti e problematiche.  

Ora l'idea, con le amministrazioni, è anche quella di creare un polo accogliente e attrattivo, sistemare foto d'epoca lingo i percorsi per farne anche un itinerario culturale e storico. Ma non è finita qui. Galvan e i suoi hanno già nel mirino nuovi interventi. In primis il rifacimento del tetto del sacello.

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 12:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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