Se n'è andato il papà della tv veneta:
addio a Furlani, fondò Telealto nel '76

Giovedì 26 Maggio 2016 di Claudio Strati
Se n'è andato il papà della tv veneta: addio a Furlani, fondò Telealto nel '76
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BASSANO - La città ha dato l'estremo saluto a Renato Furlani, 93 anni, originale imprenditore che nella seconda metà del secolo scorso ha elaborato diverse idee innovative, e che "inventò" e avviò la prima emittente televisiva privata del Veneto: Telealto Veneto, appunto, con sede a Bassano. Il papà della tv veneta bruciò sul tempo, e con largo anticipo, pure Berlusconi. Correva l'anno 1976, esisteva solo un’altra emittente padovana che però chiuse i battenti, per cui la tv bassanese, ascoltata in tutta la fascia pedemontana e nel centro del Veneto, rimase a lungo l’unica. Lui la gestì per vent'anni, poi nel 1996 riuscì a venderla per un paio di miliardi (in cinque anni) a una cordata formatasi nel Basso Vicentino, la Video Delta.

Renato Furlani e la storia di Telealto Veneto

 

Furlani è stato un imprenditore a tutto tondo, vivace di testa, appassionato delle sue idee, delle sue invenzioni. Quando iniziò con la tv, non era la prima delle sue trovate. «Ne ho fatte tante - ci spiegò anni fa -. Dall’insegnamento elementare alle prime inedite incubatrici per polli, alla produzione delle prime barche in plastica. E il brevetto per i primi sci in plastica? Lo fece il sottoscritto, insieme a Gino Soldà». Per anni i grandi scafi in plastica e vetroresina delle sue barche erano in mostra lugo la strada Marosticana, alle porte di Bassano, negli stessi stabili dove poi fece partire Telealto. «Aprii la tv per una scommessa - ricordava negli anni Novanta Renato Furlani -: allora ero iscritto all’Assindustria e colleghi imprenditori mi dissero: ma lo sai che a Marostica c’è una radio comunista? E allora io farò una televisione, risposi». Detto, fatto. E quando faceva nascere la tv, sul mitico canale 39, nel cui monoscopio in bianco e nero, simil-Rai, campeggiava il Ponte degli Alpini, lui già pensava a una specie di telegiornale. Tra il ’77 e il ’78 irradiava un programma settimanale, “Cose di casa nostra”, di notizie locali, con speaker Tonino Delfino, anche lui un anticipatore di comunicazioni via etere (per anni gestì, dalla sua casa in centro a Bassano, una radio). Ma poi Furlani si collegò con l’Ansa, e da Venezia Bevilacqua, che una volta in pensione fu anche direttore del suo Tg, mandava dispacci attraverso una particolare apparecchiatura elettronica che scriveva su carta chimica, una specie di progenitore del fax.

In pratica Telealto fu la prima emittente a fare il telegiornale. Un’altra trasmissione fortunata di quegli anni fu “Videodiscoteca”, condotta da Cristina Fontana. E nella tv di Furlani si fecero le ossa giornalisti locali come Alessandro Tich. Poi, nel 1996, la vendita, e Furlani annunciò: «Restiamo nel settore, la nostra struttura continua a funzionare. Faremo produzioni televisive per conto terzi, abbiamo contatti con varie emittenti, fino a Catania. Intanto stiamo facendo una grossa concessionaria, vogliamo allargarci nella pubblicità non solo per la tv ma anche per le radio». Programmi ambiziosi che non andarono tutti a buon fine. Si diceva allora che si fossero mossi anche ambienti vicini alla Fininvest, per l'acquisizione, coordinati da Ennio Doris di Tombolo, il socio di Berlusconi nella Mediolanum. «Erano due anni che lavoravo per il collocamento della tv - dichiarò al Gazzettino Furlani - con contatti a tutti i livelli. Aver avuto un incontro a Milano con operatori che analizzavano opportunità di mercato non può far dire che c’erano delle vere offerte! E poi questo Doris io non so neanche chi sia».

I bassanesi hanno salutato Renato Furlani nell'arcipretale della Ss. Trinità. Furlani, andato a raggiungere la sua amata Mariella, lascia i figli Raffaella, Stefano e Giorgio.

Ultimo aggiornamento: 18:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA