Ludopatia, è emergenza: comuni
impegnati con ordinanze per
arginare gli orari delle sale gioco

Venerdì 5 Agosto 2016 di Elena Ferrarese
Ludopatia, è emergenza: comuni impegnati con ordinanze per arginare gli orari delle sale gioco
BASSANO - Il gioco patologico è a tutti gli effetti una malattia psichiatrica e la sua diffusione è in crescita più delle droghe tradizionali. Il fenomeno è molto sentito anche nel Bassanese, tanto da far cambiare denominazione all’Unità Operativa all’interno del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, da Servizio Tossicodipendenze a Servizio Dipendenze per includere, oltre a questa, anche altre dipendenze in crescita, come quella sessuale.

Il sindaco di Marostica Marica Dalla Valle ieri ha annunciato la nuova ordinanza che limita gli orari di funzionamento e di utilizzo delle macchinette dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22 (tutti i giorni), al di fuori dei quali gli apparecchi devono essere spenti. Il suo regolamento indica anche la distanza che devono avere le sale da gioco dai luoghi “sensibili” (strutture pubbliche, scuole, biblioteche, banche e centri ricreativi): almeno 500 metri.

“Ma  l’amministrazione precedente la mia - dice oggi il sindaco di Bassano Riccardo Poletto - è stata tra le prime a muoversi mediante questo tipo di intervento. I dati allarmanti dell’azienda sanitaria dei nostri 28 comuni segnalano da tempo che la ludopatia è una dipendenza vera e propria e che è in progressivo aumento. Se non si vuole chiamare emergenza, è sicuramente un’urgenza. La nostra ordinanza prevede un limite di orario di gioco dalle 10 del mattino a mezzanotte, ma è stata impugnata con ricorso al Tar e siamo in attesa della conferma che l’ordinanza sia legittimata, lo sapremo entro fine anno. Io però lo scorso inverno mi ero già coordinato con la polizia locale chiedendo un turno oltre la mezzanotte per verificare il rispetto del regolamento nelle sale giochi e non solo, visto che ci siamo accorti che non veniva considerato”.

“Abbiamo affrontato la questione - continua Poletto - circa tre mesi fa in conferenza dei sindaci: dal momento che sia Rosà che Romano avevano già emesso un’ordinanza, perché lo strumento sia più efficace nel territorio abbiamo pensato di provare a farne una uguale per tutti i comuni. Nel confronto è emerso che quella di Rosà è la più condivisa, quindi è da qui che partiremo dopo la conferma del Tar. Tutti i comuni del comprensorio, comunque, hanno affrontato l’urgenza non solo in modo aggressivo, con limitazioni e sanzioni, ma anche con iniziative preventive, coinvolgendo gli assessori alle politiche giovanili ed organizzando incontri educativi nelle scuole”.
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