Come cambia la vita a causa del buio
4 anni di studi nelle grotte valligiane

Giovedì 29 Ottobre 2015 di Roberto Lazzarato
Il laghetto di Ponte Subiolo e Roberto Battiston
VALSTAGNA - Che legame esiste tra luce e biodiversità? Quanto può la luce promuovere la diversità della vita e quanto l’oscurità può limitarla? Le prime risposte a questi importanti quesiti, con ricadute che possono portare a implicazioni tangibili in molti settori, sono state pubblicate sulla rivista scientifica Biodiveristy Journal, grazie ad uno studio portato avanti dai Musei del Canal di Brenta, la Federazione Speleologica Veneta e la World Biodiversity Association, dopo oltre quattro anni di ricerche ed analisi condotte nella Valle del Brenta, in particolare nella straordinaria grotta di Ponte Subiolo, a Valstagna.



“Comprendere come la vita risponde ai più minuti cambiamenti della luce - spiega Roberto Battiston, firmatario dello studio assieme all’entomologa Adriana Marzotto - ci aiuta a capire come funziona e prevedere come si adatterà alle situazioni future. La Valle del Brenta, ricca di grotte ma anche essa stessa uno stretto canale illuminato dal sole solo per brevi periodi, è uno straordinario laboratorio per osservare questi cambiamenti. Basti pensare a come i nostri antenati inseguivano il sole orientando a sud i terrazzamenti o le finestre delle case per ottimizzare la coltivazione e l’essicazione del tabacco, pianta che, come gli abitanti della grotta del Subiolo, è condizionata dalla luce che riceve”.



Molti aspetti legati all’evoluzione e all’adattamento negli ambienti cavernicoli hanno trovato chiare conferme sperimentali, “mostrando come la vita riesca a cambiare per colonizzare i posti più bui ed inospitali della terra. Si è visto come in un lungo gradiente di luce, come l’ingresso della grotta di Ponte Subiolo, dove per gli uomini è difficile distinguere esattamente il confine tra la luce e l’oscurità totale, per alcuni organismi sembra esistere un limite assoluto che è stato per la prima volta misurato. Dove le strumentazioni smettono di registrare segnali luminosi, dove la fotosintesi delle piante gradualmente cessa, anche la vita animale subisce un profondo cambiamento, in un confine preciso al millimetro che per alcuni animali sembra invalicabile”.



Lo studio in questione è parte di un vasto monitoraggio faunistico iniziato nel 2010 “grazie ad un importante contributo della Federazione Speleologica Veneta volto a migliorare le conoscenze del nostro territorio e valorizzarlo da un punto di vista scientifico anche, come in questo caso, sul panorama internazionale”

Ultimo aggiornamento: 18:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA