Veggente di Trevignano, sacerdoti “007” infiltrati tra i fedeli: diocesi orientata a bocciare i miracoli

I preti in “borghese” hanno rivolto domande ai credenti all’ultimo raduno. I testimoni: «Erano almeno in cinque»

Giovedì 13 Aprile 2023 di Franca Giansoldati e Alessia Marani
Veggente di Trevignano, sacerdoti “007” infiltrati tra i fedeli: diocesi orientata a bocciare i miracoli

Misti alla folla dei fedeli, hanno fatto domande come semplici curiosi o persone in attesa di una grazia o di un miracolo. Hanno chiesto lumi anche in paese sulla madonnina lacrimevole - quella di Trevignano - su cui ora indaga una vera e propria commissione di inchiesta della Curia vescovile. Chi li ha visti operare ricorda che «erano in cinque o sei», tutti in borghese. Ma non erano dei pellegrini, né giornalisti sotto falsa spoglia. Erano preti, 007 inviati da Roma per capire che cosa accade davvero ogni 3 del mese nel campo di via Monticello dove, dal marzo del 2016, una statuetta acquistata a Medjugorje dalla “santona” Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, piange acqua e sangue.

E così, durante l’ultimo evento, quello del 3 aprile, a Trevignano sono arrivati gli “agenti segreti” in nome di Dio. Ma ora gli occhi sono puntati sull’operato dei quattro commissari, un teologo, un mariologo, uno psicologo e un canonista.

Un primo parziale esito dell’indagine, come trapela dalla Curia di Civita Castellana, competente per territorio, sarà rivelato già nei prossimi giorni dal vescovo Marco Salvi. Il Vaticano segue con la massima attenzione la vicenda e potrebbe presto convocare il vescovo a San Pietro. Da quanto si apprende il clima che si respira è quello di un grande scetticismo rispetto ai “poteri” della Cardia e alle performance della statuetta, soprattutto di fronte al fatto che la donna avrebbe fatto moltiplicare piatti di gnocchi e che la Madonnina avrebbe inviato messaggi minatori, persino maledizioni... Il che, stando a indiscrezioni, potrebbe portare a un pronunciamento di «non supernaturalitate». Non solo. Già nel 2016 i carabinieri del Ris analizzarono su delega della Procura di Civitavecchia le lacrime arrivando alla conclusione il Dna fosse compatibile con quello della Cardia. Poi il caso fu archiviato dal momento che non si poté contestare alcun reato preciso. Ora sempre a Civitavecchia pendono due denunce, una fatta ai carabinieri, l’altra alla finanza, su cui i pm stanno valutando se aprire un fascicolo. 

«NON SOPRANNATURALE»
A occuparsi nel 2016 del caso della Madonnina di Trevignano, contattato proprio dall’ex vescovo Romano Rossi, fu anche padre Salvatore Perrella, già preside del Marianum, uno dei massimi mariologi viventi al quale il Vaticano affidò il complicatissimo caso dei veggenti di Medjugorie. «La Madonnina di Trevignano che piange sangue? Suvvia. Io personalmente non ci ho mai creduto un secondo. Per me le Madonne che piangono sono le madri che hanno perso dei figli», spiega. Sette anni fa, dunque, venne contattato per un parere su quello che stava succedendo. «Analizzai gli elementi che mi diede il vescovo e gli feci un appunto. Non so che fine abbia fatto ma posso dire che lo pregai di usare la massima prudenza e gli suggerii di lasciare perdere. Ero (e sono) scettico».

In Vaticano ogni anno arrivano decine di notizie relative a presunte apparizioni. A quel punto il vescovo diocesano è obbligato ad intervenire se il fenomeno va avanti e crea scompiglio tra la gente. «Le apparizioni certificate sono pochissime. La Chiesa procede con i piedi di piombo e usa metodi severissimi nel giudicare». Le indagini durano molto tempo e vengono passate a setaccio anche le figure dei presunti veggenti (e nel caso della Cardia verifiche sono in corso anche nella diocesi siciliana di Patti, di cui è originaria). Al termine la Commissione può affermare che il fatto consta di soprannaturalità, oppure che è frutto di dolo e quindi non viene sicuramente da Dio: «Constat de non supernaturalitate». Il mistero continua.

(Ha collaborato Ugo Baldi)

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 22:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA