Città del Vaticano – Clamoroso smacco per il Vaticano che ha dovuto reintegrare e assumere a tempo indeterminato un cantore del Coro della Cappella Sistina licenziato de facto durante il lockdown dell'anno scorso.
Il Tribunale di Roma ha appena condannato la scuola di musica vaticana (a Monte della Farina, sede della formazione permanente dei cantori papali) alla immediata riassunzione del ricorrente in servizio a risarcire l'artista con una indennità corrispondente a dieci mensilità dell’ultima retribuzione globale.
In Vaticano la notizia inaspettata è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Probabilmente il licenziamento fatto l'anno scorso doveva cominciare ad alleggerire un po' i conti, o forse come insinuano i maligni era stato pensato per completare l'inevitabile spoil-system innescatosi con l'uscita dell'ex maestro del coro, monsignor Palombella, un salesiano chiamato ai tempi del pontificato di Benedetto XVI dal cardinale Bertone. Fatto sta che ne aveva fatto le spese un cantore. Il giovane nel 2020 si è visto recapitare la comunicazione del suo licenziamento. Il coro della Sistina, attraverso i suoi dirigenti, aveva motivato il provvedimento come giusta causa sostenendo che il lavoratore si era assentato per diversi giorni senza fornire comunicazioni, anche se il cantore invece aveva presentato un regolare certificato medico.
Il corista era stato assunto sei anni fa dalla scuola di musica vaticana e lavorava in pianta stabile nel Coro, partecipando a ogni celebrazione, manifestazione, evento papale. Per la sua perfetta conoscenza dell'inglese e le sue conoscenze, aveva reso possibile una tournée a Buckingham Palace e nella abbazia di Westminster negli anni passati.