Città del Vaticano - L'ideologia gender che si sta velocemente diffondendo ed è portata avanti con una certa enfasi da Bruxelles - come ha denunciato anche Papa Francesco durante il suo ultimo viaggio in Ungheria - per la Chiesa è qualcosa di allarmante, sbagliato e da correggere.
Un impegno che da tempo trova in prima linea il cardinale di Utrecht, Wilhelm Jacobus Eijk che insiste perchè la Chiesa cattolica prenda coscienza che la teoria del gender non rappresenta «solo un problema sociale, un sovvertimento del ruolo biologico di uomo e donna» ma una minaccia per l’evangelizzazione, perché mette in discussione proprio quei concetti di paternità e procreazione che sono quelli alla base «dell’annuncio di Dio in tre persone, il Dio Padre, Cristo come figlio del Dio Padre, fattosi uomo, e Maria come la sposa dello Spirito Santo».
Ad analizzare negativamente la teoria del gender, secondo la quale il sesso non è determinato biologicamente, ma un fatto culturale (fino a immaginare la somministrazione di farmaci ai bambini in età prepuberale perché se ne rallenti la crescita fino a quando non hanno deciso del loro sesso) c'è anche il cardinale Gerhard Mueller, teologo e già prefetto della Congregazione della fede. «Questa ideologia è tanto pericolosa come lo stalinismo e l'hitlerismo è totalmente contro la natura umana».
«Tutta l'umanità esiste dal rapporto tra un uomo e una donna, nella famiglia, nel matrimonio. C'è una grande potenzialità nel rapporto tra uomo e donna - ha proseguito il cardinale - come cristiani siamo totalmente convinti che Dio ha creato uomo e donna e per questo dobbiamo invitare i giovani a trovare ognuno la sua identità, un ragazzo deve diventare un uomo adulto, una ragazza deve identificarsi con il proprio genere, creato e voluto da Dio, come donna e come possibile madre».