L'Europa dei diritti fondamentali e faro dell'umanesimo è ad una biforcazione atroce. «Siamo a un bivio di civiltà». Francesco guarda il mare scintillante che ha davanti e le barche a vela che stanno tornando nel porto turistico di Marsiglia. «Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo. Per l'Unione Europea e per tutti noi ne va della nostra sopravvivenza. Affrontiamo uniti i problemi migratori, non facciamo naufragare la speranza, componiamo un mosaico di pace». Parla con il cuore gonfio e misura le parole in un paese come la Francia che ha alzato le barriere al valico di Ventimiglia e affermato di non volere i migranti di Lampedusa. «Questo splendido mare è diventato un enorme cimitero e chi muore è stato privato persino del diritto ad avere una tomba, ad essere seppellita è la dignità umana». A tutti i paesi europei chiede sostanzialmente dei "fatti".
L'INCONTRO CON MACRON
Oggi pomeriggio vedrà il presidente Macron alla messa allo stadio, ritagliandosi però prima, un faccia a faccia con lui. Sfruttando la buona intesa personale che ha affronterà certamente il nodo delle migrazioni e la parabola di solitudine subita dai paesi di prima accoglienza come Italia, Cipro, Grecia, Spagna. «Ma prima ancora dei fatti, serve umanità, silenzio, pianto, compassione e preghiera» rileva Francesco sulla sua carrozzina. «Quando le persone rischiano di annegare devono essere soccorse. È un dovere di umanità, di civiltà». Accanto a lui c'è il cardinale Jean Marc Aveline che conosce da vicino il fenomeno: lui stesso è figlio di migranti e da anni governa la città più multirazziale della Francia, notoriamente afflitta da problemi di integrazione devastanti. Dall'inizio dell'anno a Marsiglia si contano circa 60 omicidi. È lui che per primo, alla cerimonia che si svolge davanti alla stele dei Marinai naufragati, affronta il tema delle «istituzioni politiche che vietano alle Ong di portare soccorso in mare. Questo è un crimine, una violazione del diritto internazionale marittimo più elementare».
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