Israele, cardinale Parolin: «noi pronti a mediare, speriamo ci siano margini per dialogare con Hamas»

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Franca Giansoldati
il Cardinale Parolin in visita alla ambasciata israeliana

«Non so che margine di dialogo ci possa essere tra Israele e la milizia di Hamas, ma, se ci fosse e speriamo che ci sia, lo si dovrebbe percorrere subito e senza indugio. Questo per evitare altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza, dove ci sono molte vittime civili innocenti». Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a sei giorni dall’attacco terroristico contro Israele, interviene per proporre la Santa Sede come canale di mediazione: «Il Vaticano è pronto a qualsiasi mediazione necessaria, come sempre...».

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Parlando a Vatican News il cardinale definisce “disumano” l’attacco  di Hamas e rilancia l’appello di Papa Francesco per la liberazione di tutti gli ostaggi nelle mani dei terroristi.

Poi Parolin chiede proporzionalità nella legittima difesa di Israele esprimendo preoccupazione per le vittime civili dei bombardamenti su Gaza e ribadisce che, nonostante quanto sta accadendo, per una pace che sia davvero giusta bisogna arrivare alla soluzione dei due Stati «che permetterebbe a Palestinesi ed Israeliani di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza». «È diritto di chi è attaccato difendersi, ma anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità». 

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Questa mattina Parolin ha fatto visita all’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede, ai Parioli, per portare la solidarietà e la vicinanza spirituale all’Ambasciatore Raphael Schutz per il tragico attacco subito sabato scorso. In questo contesto, ha voluto esprimere la preoccupazione per il rispetto della popolazione civile sia israeliana che palestinese, soprattutto quella a Gaza, nel conflitto in corso.

Sulla disponibilità della diplomazia vaticana a farsi da mediatore, secondo quanto riferito da Parolin è però arrivata la doccia gelata di Israele che attraverso il suo ambasciatore ha ringraziato aggiungendo che adesso è il momento per combattere. Alla agenzia tedesca KNA, il diplomatico è stato piuttosto chiaro: «C'è uno scambio su ciò che sta accadendo.Ma non posso dire che ci sia stato un tentativo di giocare un certo ruolo.Anche questo sarebbe prematuro. Purtroppo non è il momento di negoziare. Dobbiamo innanzitutto combattere e vincere questa guerra».

Il diplomatico israeliano ha poi specificato che i bombardamenti su Gaza vengono fatti in modo da non colpire il più possibile la popolazione. «È vero che ci sono persone innocenti tra i palestinesi, così come c'erano tedeschi innocenti nella Seconda guerra mondiale. Posso capire la preoccupazione, ma la questione è complessa. Nelle moderne guerre asimmetriche, le vittime spesso non sono soldati ma civili. La domanda è: come si esercita il diritto all'autodifesa quando la controparte opera deliberatamente all'interno della propria popolazione? Il nostro esercito cerca il più possibile di non colpire la popolazione civile. È un compito molto difficile perché la controparte usa i civili come scudi. Se vengono colpiti, diventano uno strumento della campagna politica internazionale contro Israele. I numeri dimostrano che l'esercito israeliano è più cauto e adotta misure morali per minimizzare le vittime civili rispetto alle forze NATO nei Balcani e alla coalizione occidentale in Afghanistan. Agiamo al 100% nella legalità del diritto internazionale».

Ultimo aggiornamento: 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA