Secondo gli Stati Uniti è «ragionevole valutare» che le armi e le munizioni Usa inviate ad Israele siano state usate in modo improprio e «non in linea» con il diritto umanitario.
«Informazioni non sufficienti»
Il governo federale non ha affermato in maniera ufficiale che Israele abbia violato la legge. «Le informazioni in nostro possesso non sono sufficienti a stabilire con esattezza se le armi statunitensi siano state specificatamente utilizzate nel quadro di violazioni delle norme internazionali» , si legge nel documento.
Il rapporto
«La natura del conflitto, con i combattenti di Hamas che si nascondono dietro ai civili e alle infrastrutture critiche, oltre alla mancanza di personale statunitense sul campo, rende difficile trarre conclusioni definitive per quanto riguarda i singoli incidenti: detto ciò, alla luce della dipendenza di Israele dagli articoli di difesa prodotti dagli Stati Uniti, è ragionevole pensare che le armi siano state utilizzate in maniera inconsistente con gli obblighi internazionali», prosegue il sommario. Il rapporto ha esaminato il periodo che va dal 7 ottobre dello scorso anno, data dell’attacco sferrato dalle milizie di Hamas contro Israele, fino alla fine di aprile. Le autorità Usa non hanno confermato se Israele abbia bloccato la distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, che avrebbe rappresentato una violazione della legge.
Gli avvertimenti di Biden
Un rapporto più cauto rispetto alle parole del presidente Usa. Negli scorsi giorni, Joe Biden aveva minacciato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, avvertendolo pubblicamente che se le Forze di difesa israeliane (Idf) entreranno a Rafah, bloccherà l'invio delle armi americane ad Israele, che non avrà "più il sostegno" degli Stati Uniti. L’amministrazione Biden ha ribadito più volte la sua opposizione ad una operazione militare su larga scala a Rafah, in mancanza di un piano concreto per garantire la sicurezza dei civili nella città, che ospita anche oltre un milione di rifugiati in fuga dal conflitto di Gaza.