Le chiese cristiane (a livello mondiale) si apprestano a diventare “carbon free” nelle scelte della gestione del risparmio.
La rivoluzione verde della Cei, ordina a 25mila parrocchie di diventare Carbon Free e CO2 neutral
Mentre le compagnie di combustibili fossili continuano a surriscaldare il pianeta, investendo poco nelle energie rinnovabili e cercando nuovo petrolio e gas in violazione degli avvertimenti scientifici, 31 istituzioni religiose di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Italia e Francia hanno aderito all'annuncio per il disinvestimento globale.
Cairo, sos ambientale dal più antico monastero cristiano del mondo
In Italia ci sono due storiche organizzazioni giovanili, l’AGESCI - Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani e la GIOC - Gioventù Operaia Cristiana. A questi si è aggiunta la diocesi di Catania dietro impulso dell’arcivescovo Luigi Renna (che è anche Presidente della Commissione episcopale per i Problemi sociali e lavoro della Cei e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia). Un tema, quello delle risorse economiche da non destinare ad aziende e realtà finanziarie legate ai fossili, che è emerso nell'ultima Settimana Sociale di Taranto dove si è parlato a lungo di cosa debba essere la finanza responsabile. Da qui l’invito alle diocesi e alle parrocchie a diventare “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio.
Greta da Davos: assurdo ascoltare chi causa la crisi climatica
La richiesta alle istituzioni religiose di uscire dai combustibili fossili è sempre più pressante: negli ultimi mesi, il Movimento Laudato Si’ e le organizzazioni cattoliche nazionali che hanno già disinvestito in passato si sono attivate per richiedere alle diocesi e alle istituzioni cattoliche italiane una accelerazione del processo di disinvestimento .
l Movimento Pax Christi Italia, presieduto da Giovanni Ricchiuti, Arcivescovo della Diocesi di Altamura da mesi sottolinea quanto sia necessario sollecitare, attraverso processi di advocacy,i decisori politici affinché organizzino velocemente lo sviluppo di politiche che sostituiscano la produzione di energia da fonti fossili visto che danneggiano il clima del pianeta e creano sfruttamento di interi territori e popolazioni dell’Africa.
Enel Green Power e Fortescue Future Industries insieme per lo sviluppo dell'idrogeno verde
Proprio in questi giorni l'UNHCR ha diffuso i risultati dell'ennesimo studio sugli effetti dell'emergenza climatica sulla vita di rifugiati e sfollati. Negli ultimi 10 anni nel mondo si sono registrati 21,5 milioni di nuovi sfollati all'anno, con un picco di 23,7 milioni nel 2021 soprattutto in zone di conflitto e in Paesi fragili come Somalia, Sudan, Afghanistan e Yemen. Le guerre ormai scoppiano anche per il controllo delle risorse idriche, come testimoniano tante guerre a bassa intensità attorno a grandi bacini idrografici (per esempio il lago Ciad).
L'altra energia, niente emissione di gas serra con luce e chimica
In questi giorni Papa Francesco ha di nuovo evocato la road map contenuta nella Laudato Sì chiedendo alla Chiesa di creare «modelli economici nuovi e lungimiranti» superando la cultura 'usa e getta'.
«E' diventato sempre più evidente che il nostro attuale impegno per la salvaguardia del creato, dono di Dio, deve inserirsi in un piu' ampio sforzo per promuovere l'ecologia integrale, che rispetti la dignità e il valore di ogni persona umana e riconosca i tragici effetti del degrado ambientale sulla vita dei poveri».