Da oggi online un quaderno di informazioni per i pazienti malati di tumore. «Avevo un mioma uterino, piccolo, tranquillo che sembrava non richiedere alcun intervento. Poi, nel momento più felice della mia vita, è arrivato un ingrossamento anomalo a livello dell'addome. Quindi la decisione di asportare quella massa e la diagnosi: sarcoma dell'utero. Interventi e terapie pesanti mi hanno fatto perdere gli anni e gli aspetti migliori della mia vita di donna, come la possibilità di avere dei figli. Ma sono viva: i medici mi hanno aiutato ad accettare e affrontare il percorso terapeutico e mi danno fiducia nel futuro». È la storia di Elena, comune a quella di quasi 3mila italiani che ogni anno vengono colpiti da un sarcoma. Informarli e accompagnarli nell'iter di cura è l'obiettivo di un nuovo Quaderno di (in)formazione per pazienti che sarà scaricabile online dal 21 giugno.
Medicina, è rivoluzione dell'intelligenza artificiale: gli algoritmi che aiutano medici e pazienti
L'iniziativa è dell'Associazione Gruppo italiano tumori rari onlus e della Ropi, Rete oncologica pazienti Italia, che lunedì alle 18 presenteranno il Quaderno sul sito www.reteoncologicaropi.it, dove sarà messo a disposizione gratuitamente.
Melanoma, no ai neonati in spiaggia: ecco le regole per i più piccoli
«Oggi si riconoscono più di 70 diversi tipi di sarcomi - riferisce la presidente di Fondazione Aiom, Stefania Gori - che possono insorgere in tutti i tessuti dell'organismo: nel sottocutaneo (liposarcomi), nei muscoli (leiomiosarcomi o rabdomiosarcomi), nei tessuti sinoviali (sinovialsarcomi), ma anche nelle ossa (osteosarcoma). A loro volta si distinguono in sarcomi dei tessuti molli che originano in sedi connettivali morbide come muscoli, tendini, sinovie con un maggiore interessamento degli arti inferiori, cingoli (la regione del bacino), cingoli superiori (spalle), braccia e in misura minore retroperitoneo, utero, torace e collo, e in sarcomi dei tessuti dell'osso». «Tra i fattori di rischio riconosciuti e più frequenti - sottolinea Alessandro Comandone, direttore Oncologia 2 ospedale San Giovanni Bosco di Torino - ci sono le radiazioni X, alcuni prodotti chimici quali il cloruro di vinile per il sarcoma epatico, o sostanze a base di fosforo organico e, in forme rare e limitate a piccoli gruppi di popolazione, i fattori genetici. La diagnosi precoce è difficile, o per la sede di malattia talvolta 'nascostà come nel caso del retroperitoneo o dell'utero, o per la crescita rapida della dimensione della massa come nel caso di sarcomi agli arti. Tuttavia il rapporto tra neoformazioni benigne e maligne negli arti è di 300 a 1, il che vuol dire che in molte occasioni si tratta di lipomi o di altre forme non pericolose». «Oggi le opportunità di cura ci sono: la chirurgia e poi, prima o dopo, la chemio e/o radioterapia, per sterilizzare eventuali aree di malattia - prosegue l'oncologo - In Italia, grazie alle nuove cure, sono oltre 28 mila i pazienti che convivono con un sarcoma dei tessuti molli. Anche in qualità di Associazione prevenzione tumori del Piemonte, in stretta collaborazione con Ropi e con il coinvolgimento dei pazienti - conclude Comandone - ci stiamo impegnando in un attento percorso di informazione e sensibilizzazione soprattutto verso quei tumori che, essendo rari, attirano meno l'attenzione della ricerca e dei finanziamenti. I sarcomi sono tra questi».