Moto del futuro, Tricera Yamaha è la prima senza casco

Il marchio giapponese degli strumenti musicali e dei propulsori marini costruisce il prototipo di una biposto per sgusciare nel traffico

Mercoledì 17 Aprile 2024 di Nicola Desiderio
Moto del futuro, Tricera Yamaha è la prima senza casco

Godersi la vita all’aria aperta e il vento. A bordo di una Yamaha, ma senza casco.

Con il volante, ma con tre ruote. E senza tubi di scarico. Si chiama Tricera ed è la novità, ancora in forma di prototipo, che la casa dei Tre Diapason ha presentato dapprima al Salone di Tokyo e poi all’American International Motorcycle Expo di Las Vegas.

Trattasi di un triciclo a tre ruote sterzanti elettrico.

Un tema che Yamaha ha messo nel mirino, tanto che nel 2020 ha costituito un’unità dedicata proprio allo sviluppo e alla costruzione dei motori elettrici da impiegare su una vasta gamma di prodotti e fornire anche ad altri costruttori.

Accordo con Subaru

Da noi è già partita la commercializzazione delle e-bikes marchiate Yamaha – i cui motori sono prodotti da qualche giorno anche in Francia presso lo stabilimento di St Quentin – e del piccolo scooter Neo’s. Ma Yamaha non ha intenzione di limitarsi alla minutaglia. Ha già pronta una famiglia di motori che va da 35 kW a 200 kW e un’unità IPMSM (Interior Permanent Magnet Syncronous Motor) da 350 kW ad alte prestazioni che funziona a 800 Volt e la Subaru ha scelto per la sua STI E-RA, il prototipo con il quale vuole battere il record assoluto del Nürburgring per auto elettriche (6’05”336) detenuto dalla Volkswagen ID.R.

La ciliegina sulla torta è poi arrivata qualche giorno fa con l’annuncio che Yamaha entrerà nel 2025 in Formula E insieme a Lola, un nome che suona tra il bovino e il danzante, ma per gli appassionati vuol dire vittorie in Formula 1, Can Am, 500 Miglia di Indianapolis e 24 Ore di Daytona.

Sportive inglesi

Vista di lato, la Tricera sembra una barchetta, davanti ricorda le sportive inglesi come la Lotus Seven e la Caterham e dietro uno scooter, ma non ha la sella. Ha invece due sedili affiancati sui quali ci si accomoda semplicemente scavallando il brancardo.
Il suo punto di forza è il sistema sterzante con la ruota posteriore che, quando si tratta di manovrare, sterza in controfase permettendo di fare un’inversione in soli 4,5 metri e, quando invece si supera una certa velocità, sterza in fase aumentando stabilità e sicurezza. Non si sa quanti e dove siano posizionati i motori elettrici, ma i particolari in color rame sul forcellone posteriore e sui cerchi anteriori fanno pensare ad una tre ruote motrici. Geniale poi l’idea di incanalare l’aria dal frontale facendola uscire da due feritoie di fronte al guidatore e al passeggero creando una sorta di parabrezza virtuale.

Senza casco

Dunque tutto il divertimento di una moto, ma senza portare il casco per un livello di coinvolgimento kando, una parola giapponese che vuol dire emozione profonda ed è da sempre la missione di un costruttore che è conosciuto per le sue moto e i suoi strumenti musicali, ma da molti anni partecipa in modo più o meno sotterrano al mondo dell’auto. Suo è infatti il 6 cilindri in linea della Toyota 2000 GT del 1967 e suo è il V10 della Lexus LFA, senza contare i V8, V10 e V12 di Formula 1 con i quali corsero Arrows, Brabham, Jordan, Tyrrel e Zakspeed tra il 1989 e il 1997.

Nel 2015 sembrava poi praticamente fatta per una gamma di automobili Yamaha composta da una due posti da città, un piccolo suv e una sportiva, progettate insieme a Gordon Murray, autore di alcune delle monoposto di Formula 1 più vincenti della storia e di una supercar stradale come la McLaren F1. Poi il ripensamento. La Tricera potrebbe segnare il grande salto: non è proprio un’automobile, ma…

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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