NEW YORK - Dopo cinque ore di assedio e di trattativa con Micah
Johnson giovedì notte, la polizia di Dallas si è
trovata di fronte ad un enigma: il cecchino che aveva già
ammazzato cinque agenti diceva di avere il comando di diversi
ordigni esplosivi nascosti nel centro della città e
minacciava di farli brillare. Attaccarlo a viso aperto avrebbe
messo a rischio la vita di altri compagni, e mantenere vivo lo
stallo avrebbe rischiato di paralizzare l'intera città
al suo risveglio.
LA STRATEGIA
La soluzione, come ha spiegato ore dopo il capo della polizia David Brown, è stata collocare una bomba all'estremità del braccio di un robot, e telecomandarlo perché andasse ad uccidere l'assalitore. È la prima volta che una macchina viene usata in questa funzione, e la decisione è stata immediatamente accolta da una vivace polemica. Fino ad ora, si dice, il timore di perdere vite umane ha imposto negoziati di lunga durata che hanno salvaguardato al tempo stesso l'incolumità sia degli agenti che dei criminali. Ma se i primi si abituano a risolvere le crisi senza rischi con l'uso dei robot, chi garantirà il diritto alla vita dei secondi?
Si è ormai consolidato da diversi anni l'uso dei droni telecomandati con testate esplosive, che colpiscono a enorme distanza gli obiettivi militari degli americani e di altri sistemi missilistici internazionali. Ma finora questi strumenti sono appunto stati usati in teatro di guerra, e non in territorio nazionale, soprattutto non sulla scena di un crimine di competenza della polizia. Gli agenti californiani l'anno scorso hanno deciso di inviare un robot per consegnare un cellulare e una pizza ad un uomo che ne aveva fatto richiesta, e che minacciava di gettarsi da un ponte di San Josè alla vista di uomini in divisa che temeva avrebbero potuto rimuoverlo a forza.
Ultimo aggiornamento: 11:39
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La soluzione, come ha spiegato ore dopo il capo della polizia David Brown, è stata collocare una bomba all'estremità del braccio di un robot, e telecomandarlo perché andasse ad uccidere l'assalitore. È la prima volta che una macchina viene usata in questa funzione, e la decisione è stata immediatamente accolta da una vivace polemica. Fino ad ora, si dice, il timore di perdere vite umane ha imposto negoziati di lunga durata che hanno salvaguardato al tempo stesso l'incolumità sia degli agenti che dei criminali. Ma se i primi si abituano a risolvere le crisi senza rischi con l'uso dei robot, chi garantirà il diritto alla vita dei secondi?
Si è ormai consolidato da diversi anni l'uso dei droni telecomandati con testate esplosive, che colpiscono a enorme distanza gli obiettivi militari degli americani e di altri sistemi missilistici internazionali. Ma finora questi strumenti sono appunto stati usati in teatro di guerra, e non in territorio nazionale, soprattutto non sulla scena di un crimine di competenza della polizia. Gli agenti californiani l'anno scorso hanno deciso di inviare un robot per consegnare un cellulare e una pizza ad un uomo che ne aveva fatto richiesta, e che minacciava di gettarsi da un ponte di San Josè alla vista di uomini in divisa che temeva avrebbero potuto rimuoverlo a forza.