Rugby Mondiali Italia: le lacrime di Tommy (addio Francia), il tarlo azzurro di Fabien e i crucci di Kieran

L'azzardato test match contro l'Irlanda (ko 33-17) ha messo a rischio la partecipazione alla Coppa del Mondo di Marco Riccioni e cancellato le speranze di Tommaso Menoncello

Lunedì 7 Agosto 2023 di Paolo Ricci Bitti
Rugby Mondiali Italia: le lacrime di Tommy, il tarlo di Fabien e i crucci di Kieran

La lacrime di Tommaso "Tommy" Menoncello, 21 anni il 20 agosto, talento cristallino dell'Italia; il volto a dir poco rabbuiato di Fabien Galthie, ct della nazionale della Francia che dall'8 settembre ospiterà la decima edizione dei Mondiali di Rugby con l'obbiettivo imprescindibile di vincerli per la prima volta; i crucci di Kieran Crowley, ct dimissionato degli azzurri e con il futuro già garantito in Giappone, costretto oggi a rinviare di 12 giorni (dal 10 al 22 agosto) perché la lista provvisoria dei 33 giocatori è stata seppellita da una pila di referti medici dopo i primi due test match di avvicinamento ai mondiali, in particolare dopo quello con l'Irlanda sabato scorso a Dublino.

A un mese dall'avvio del Mondiali era il momento di fare il punto della situazione del gruppo azzurro invece si resta nel limbo in cui dovrebbero andare ad abitare per un po' anche coloro che hanno calibrato questo programma di avvicinamento alla Coppa del Mondo dell'Italia infilando partite contro la Scozia (ko 25-13) a Edimburgo, l'Irlanda (ko 33-17) prima dei logici scontri con Romania (19 agosto a San Benedetto del Tronto) e Giappone (26 agosto a Treviso).

 

Che cosa ci hanno detto questi primi due test match che non sapessimo prima? Che un'Italia sperimentale non possa impensierire la Scozia lo sapevamo. Come sapevamo bene, benissimo, che un'Italia quasi al meglio (a Dublino mancava Capuozzo e il capitano Lamaro è entrato in campo a match gà compromesso) non può resistere contro la seconda formazione della nazionale più forte del mondo.

La ratio di questi test pre mondiali è quella di fare esperimenti, ma per fare esperimenti servono forze ingenti che l'Italia (rispetto alla Scozia e soprattutto rispetto all'Irlanda) non ha proprio. A Dublino ci è trovati ad affrontare un gruppo di indemoniati rincalzi irlandesi che si è dannato l'anima per scalzare i titolari e il risultato è che 5 azzurri, 5 possibili titolari ai Mondiali, sono finiti direttamente in infermeria. Marco Riccioni (ginocchio sinistro), prezioso pilone destro,  e Tommaso Menoncello (spalla sinistra), raro esemplare di trequarti azzurro capace di "bucare" d'astuzia e di potenza la difesa, rischiano persino di saltare i Mondiali.

AGGIORNAMENTO

La lesione al tendine brachiale ha convolto anche la spalla sinistra e quindi Menoncello dovrà essere operato: almeno 4 mesi per recuperare. Addio Mondiale per l'ormai 21enne del Benetton che fa gola anche a importanti club stranieri. Una pagina crudele della sua carriera che resta tuttavia carica di grandi promesse.

Recuperabili invece in qualche settimana il mediano Stephen Varney (spalla sinistra)  e la terza linea Manuel Zuliani (concussione), lui fra i migliori in questi due test. Recuperabile pure (concussione) anche l'esordiente oriundo Paolo Odogwu che tuttavia, nei 22 minuti giocati, non ha fatto nulla per meritare la chiamata in azzurro dopo un tira e molla con la Federazione terminato solo quando l'Inghilterra ha fatto capire di non avere bisogno del muscoloso trequarti. Però 22 minuti sono efettivamente pochi per giudicare, quindi il giudizio va sospeso. E pure l'altro oriundo esordiente, Dino Lamb, onesta seconda linea, non ha fatto la differenza come si chiede a questi giocatori che arrivano da campionati feroci come la Premiership inglese. Anche lui aveva preso tempo prima di dire "sì" all'azzurro.  

Insomma, che ce ne facciamo di queste "sconfitte a testa alta"  e, ahinoi, testa anche molto fasciata? Non si potevano fare esperimenti con squadre più abbordabili? Con squadre che non facciamo fare a noi il ruolo di cavia? C'è bisogno di confrontarsi con la nazionale al numero 1 del ranking per mettere a punto meccanismi di gioco? Mah, forse, visto che questi test estivi sono concordabili, era meglio volare più bassi tanto la poule dei Mondiali è quella che è: Namibia e Uruguay da battere senza se e senza ma, Nuova Zelanda e Francia impossibili.  

Vero è che nel rugby ci si può fare male e malissimo anche contro squadre non altolocate, in allenamento  e persino anche facendo qualche movimento di riscaldamento nella camera d'hotel (Paolo Vaccari ai Mondiali 1999 non giocò contro la Nuova Zelanda perché la mattina del match picchiò un ginocchio contro un comodino), ma sfidare l'Irlanda in questo periodo è stata una scelta azzardata con le conseguenze che oggi registriamo. Proprio gli irlandesi, super atleti mai in riserva, ci hanno orbato già durante il Sei Nazioni di Ange Capuozzo, sempre più necessario per l'attacco azzurro che manovra e manovra ma poche volte punge. Almeno un test premondiale dovrebbe farlo.

A Dublino il viso di Crowley, sempre impassibile, si è per un istante ingrigito quando Menoncello è uscito dal campo tenendosi il braccio sinistro inerte: la lacrime del ventenne ci hanno fatto venire i brividi perché si sa che i giocatori hanno subito la percezione della gravità dell'infortunio. 

E PARISSE?

Avrebe fatto comodo Sergio Parisse in questi due test match? Sì.

Tutte le terze linea azzurre sono state di gran lunga meglio di lui? No.

LA FRANCIA

In realtà, a essere invero assai ottimisti, la vera notizia positiva dell'ultimo finesettimana per l'Italia è arrivata da Edimburgo dove la Scozia ha battuto la Francia di Fabien Galthié 25-21 recuperando clamorosamente dal 3-21 con cui si era arrivati al tè. Poche ore prima la Nuova Zelanda in versione sperimentale aveva battuto la migliore Australia 23-20. Ovvero gli All Blacks non al massimo della cilindrata vincono, mentre la Francia priva (per scelta tecnica) di gran parte dei titolari le ha prese dalla Scozia riuscendo nell'impresa alla rovescio di non segnare neanche un penalty nella ripresa. Il bluff di Galthié è stato insomma tanato e per uno come lui, che si mostra sempre sicuro di ogni azzardo, non è stato un bel pomeriggio.  Ora si sa che i Mondiali si aprono con Francia-Nuova Zelanda l'8 settembre ed è ovvio che entrambe le formazioni scenderanno in campo con tutto il meglio possibile anche perché la vittoria apre la strada non solo verso i quarti di finale, ma anche per una semifinale, con il bonus per di più di poter risparmiare gli assi perché le altre tre partite della poule riservano a questi giganti solo Namibia, Uruguay e Italia. C'è allora da sperare, anzi, diciamo proprio pregare, che la sicumera di Galthié e dei francesi venga piegata dai neozelandesi che poi contro di noi a Lione il 29 settembre non giocheranno sempre con il piede sul gas (gli All Blacks non ne avrebbero bisogno comunque, ma ben venga se si può evitare qualche sportellata). Perdendo la prima partita, per la Francia diventerebbe decisiva l'ultima della poule: toh, proprio contro l'Italia il 6 ottobre a Lione. Ora la terza squadra al mondo contro la 14esima dubbi non ne dovrebbe mai avere, ma certo la pressione sui Bleus, con tutta la Francia che li guarda, sarà enorme. L'ideale per gli azzurri che invece questo macigno sulla schiena non l'avranno: intendiamoci, l'Italia non batte la Francia da 10 anni e il pronostico sarà altamente infausto per noi, ma a qualcosa bisognerà pure aggrapparsi dopo essere stati sorteggiati per l'ennesima volta in un poule senza speranza visto che ai quarti di finale, mai raggiunti dagli azzurri, passano solo le prime due nazionali che non possono che essere, salvo miracoli, appunto Nuova Zelanda e Francia.

Per tenere alimentata quella fiochissima fiammella sarebbe infine giusto piantarla di esporre ragionamenti, molto sentiti anche da parte di vertici federali,  tipo questo che calpestano ogni logica: "Sarà durissima, ma l'Italia punta ai quarti di finale ovvero in una partita secca può capitare di battere la Nuova Zelanda (in verità non è mai accaduto, ndr) o la Francia, ma attenzione, non va sottovalutato l'Uruguay". Ennò, se dopo 24 anni di Sei Nazioni non dobbiamo sottovalutare l'Uruguay ai Mondiali è meglio rivolgersi ad altri sport.     

Il bollettino medico della Fir

Marco Riccioni, uscito al minuto 10, ha riportato una lesione di primo grado al collaterale mediale del ginocchio sinistro. Stephen Varney, sostituito all'intervallo, ha riportato un trauma contusivo alla spalla sinistra. Riccioni e Varney saranno rivalutati nei prossimi giorni in modo da capire l'evoluzione della causa che ha portato allo stop e i tempi di recupero. Tommaso Menoncello, uscito al minuto 75, ha riportato un trauma indiretto della spalla sinistra. Nei prossimi giorni saranno effettuati degli esami approfonditi per valutare al meglio l'entità dell'infortunio.

Paolo Odogwu e Manuel Zuliani, usciti rispettivamente al minuto 22 e 40, seguiranno il protocollo di recupero previsto in seguito al riscontro di HIA.

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA