Rugby Italia Mondiali, sfida impossibile agli All Blacks domani a Lione: perché i neozelandesi sono irraggiungibili per gli azzurri

La partita vale i quarti di finale. Peccato per il mancato duello fra ultracenturioni: ci sarà Whitelock con 149 caps (record), ma non Sergio Parisse, 142. Le formazioni, la classifica della Poule A e la tv

Giovedì 28 Settembre 2023 di Paolo Ricci Bitti
Rugby Italia Mondiali, sfida impossibile agli All Blacks domani a Lione: perché i neozelandesi sono irraggiungibili per gli azzurri

Ci sono questioni a proposito di Nuova Zelanda - Italia, domani a Lione davanti ad almeno 60mila fedeli, che vanno benissimo per allungare amenamente il pastis mentre si avvicina il calcio d’inizio.

E ce ne sono altre che invece fanno finire subito l’aperitivo mentre il barista tira giù la saracinesca e invita a levare le tende fino al prossimo match della decima Coppa del Mondo ospitata dalla Francia.

Al di là di tutte le chiacchiere, agli azzurri andrà bene se resteranno sotto i 40 punti di scarto. Tutto il resto è il profumo dell’anice che sembra stordire chi, di fronte agli semidei All Blacks che non abbiamo mai battuto, fanfaroneggia di imprese, di classifiche di poule, di intrecci di risultati, di sogni che non costano nulla, di «dobbiamo provarci», di «siamo 15 contro 15» o anche solo di bonus offensivi (segnare almeno 4 mete) o difensivi (perdere con 7 o meno punti di differenza).

Chi insomma vaticina di “tutti neri” in ribasso dopo il ko con la Francia, di rigore tattico appannato, di smagliature nelle loro sublimi e fracassanti trame di gioco, di pressione insostenibile sulle loro spalle «perché se perdono sono fuori dai Mondiali».

Macché, tutte vacuità per il nostro rugby; prendete gli allibratori che, tanto per ricordare che esistono, offrono 17 volte la posta per l’impossibile vittoria azzurra e nulla per lo scontato successo degli All Blacks.

Prendete il panchinaro neozelandese Sam Whitelock che raggiungerà i 149 caps superando il record del leggendario McCaw: beh, il più esperto, di gran lunga, dell’Italia è Tommy Allan che domani di caps ne avrà poco più della metà, 78.

E che meraviglioso duello sarebbe stato, per l’intero mondo non solo ovale, se all’ingresso di Whitelock il ct azzurro Crowley avesse risposto schierando Sergio Parisse e i suoi 142 caps. Ma si sa, il ct, avallato dalla Fir che pure gli ha poi dato il benservito, Parisse ai Mondiali non l’ha voluto. Lasciamo stare.


Bonus? Ma quando mai? La media-punteggio dei 16 confronti precedenti è 58-9 e ai Mondiali il nostro splendido ko 31-21 del 1991 è stato sotterrato dal 101-3 del 1999. La media nei cinque match in Coppa del Mondo è anche peggiore: si gonfia fino a 70-10. Il sistema dei punti di Bonus (ma ce n'era proprio bisogno?) viene applicato ai Mondiali dal 2003, ma né prima né dopo gli azzurri ne hanno meritato uno. Anzi no, avremmo preso il bonus difensivo nel primo scontro in assoluto con i giganti All Blacks, ovvero nel 1979 a Rovigo quando l'Italia mise davvero paura ai neozelandesi perdendo solo 12-18 (allora la meta valeva 4 punti). Ma è preistoria rugbystica e per di più la federazione dei Blacks non considerò quella partita un test match a differenza dell'Italia: negli annuari dei Kiwi quella partita, in altre parole, non fa testo.

Ci sono tuttavia due aspetti che restano lusinghieri per l’Italia del capitano Lamaro e del ct Crowley, All Black campione del mondo nel 1987.

Per questa partita che vale in quarti di finale, mai raggiunti dall'Italia, Ian Foster, il ct rivale, ha chiamato tutto il meglio che ha, compresi i 4 centurioni (almeno 100 caps, ovvero anche Smith, Retallick e Beauden Barrett), il che è già un bel segno di rispetto: spesso in passato ci hanno rifilato i rincalzi, comunque implacabili.

E poi il tecnico della difesa, Scott McLeod, ha detto in settimana una cosa importante: «Abbiamo analizzato il gioco degli azzurri che è diventato velocissimo, in certe fasi il più rapido fra le squadre del Sei Nazioni. Così abbiamo preparato contromisure per rallentarli». Un 30 e lode per gli italiani: quando mai gli immensi Kiwi ci avevano degnato di un’analisi? McLeod, del resto, aveva fatto un sacco domande sul rugby italiano quando nel 2018 una delegazione di All Blacks visitò per la prima, e tuttora unica, volta la redazione di un quotidiano italiano, già Il Messaggero.

 

Se poi le loro divinità ci riservassero la Kapa o Pango (“La squadra in nero”), messa in atto brandendo l'hoe, la pagaia del capo-piroga e assai più bellicosa della tradizionale danza maori pre match Ka Mate (“È la morte”), sarebbe davvero il massimo del riguardo. 


Paolo Ricci Bitti

NUOVA ZELANDA-ITALIA, domani 29 settembre a Lione alle 21 (Rai2, Sky Sport 1, Now)

Italia: Allan; Capuozzo, Brex, Morisi, Ioane; Garbisi P., Varney; L. Cannone, Lamaro (cap.), Negri; Ruzza, Lamb; Riccioni, Nicotera, Fischetti. A disp. Faiva, Nemer, Ferrari, Cannone N., Zuliani, Halafihi, Page-Relo, Odogwu.

All. Kieran Crowley

Nuova Zelanda: B.Barrett; Jordan, Ioane, J.Barrett, Telea; Mo’Unga, Smith; Savea (cap.), Papali’i, Frizell, S. Barrett, Retallick; Laulala, Taylor, Tu’ungafasi. A disp. Coles, Williams, Lomax, Whitelock, Cane, Roigard, McKenzie, Lienert-Brown.

All. Ian Foster

La classifica Poule A: Francia *** 13; Italia ** 10; Nuova Zelanda ** 5; Uruguay** 0; Namibia*** 0. * partite effettuate.

Ultimo turno: Francia-Italia 6 ottobre
 

Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA