Benetton Rugby dominatore, Zebre così senza senso, meglio darle al Petrarca

Lunedì 27 Dicembre 2021 di Ivan Malfatto
Tommaso Menoncello del Benetton va in meta placcato da un giocatore delle Zebre

PARMA - Il Benetton Treviso chiude a Parma il 2021 vincendo 39-14 il derby italiano di Urc (non il derby d’Italia, quello può essere solo Petrarca-Rovigo) dimostrando una superiorità netta rispetto alla storia di questa sfida, a tratti quasi imbarazzante.

Nel match valevole per l’8° turno dell’United Rugby Champioship il primo tempo si concluso 24-0. Lo scarto di +25 è il più ampio in 25 derby, 28-10 nel 2018 il record precedente.

Le 5 mete segnate, due con gli avanti (Ruzza, Pettinelli) e tre con i trequarti (Menoncello, Brex, Marin) vengono al termine da buone azioni, manovrate o sfruttando palle di recupero, dove spesso però la difesa avversaria (73% di placcaggi riusciti contro il 94%) si dimostra fragile e poco determinata anche nell’uno contro uno. Le 2 mete subite, di Boni e Bisegni, vengono a risultato acquisito, come spesso succede alle mete dell’Italia nel Sei Nazioni. La prima a seguito di un intercetto di Bruno, la seconda grazie alla velocità di Tuivuaka.

L’unico frangente in cui le Zebre si dimostrano superiori, al netto di qualche guizzo individuale e del 53% al 47% di possesso, è la mischia chiusa. Dove il pack del Benetton concede tre calci e due punizioni indirette. Su questo aspetto, però, pesano i dubbi sulle valutazioni fatte dell’arbitro Andrea Piardi. Sempre attento a sanzionare il pilone destro trevigiano Nemer su Fischetti, più “distratto” nel controllare dall’altro lato quello parmense Bello su Gallo.
Tra parentesi, tre piloni argentini su quattro titolari. Ennesimo esempio di come le due franchigie italiane, e quindi la Nazionale, abbiano bisogno come il pane degli innesti dei giocatori di formazione straniera per provare a essere competitive. Il lavoro dei vivaio e delle Accademie federali, attive ormai da 15 anni, da solo non basta. Il numero dei veri tesserati in Italia è troppo basso per garantire profondità alle rose. Un dato risaputo, ma spesso negato.
 

RIFLESSIONI OPPOSTE
Una supremazia del genere, se verrà confermata nel derby di ritorno domenica 2 gennaio a Treviso, porta a considerazioni opposte sui top team italiani. Beneficiati tra l’altro dalla Fir dell’intero contributo federale in anticipo (circa 5 milioni a testa) rispetto al passato. Quindi nelle condizioni economiche di competere e programmare il futuro.
1) Il Benetton Treviso dopo la disastrosa stagione scorsa (15 sconfitte su 15) torna a livello di competitività in Urc nella nuova gestione tecnica di Marco Bortolami. Oltre a dominare il derby, finora ha vinto 4 partite su 8 e in 3 delle sconfitte su 4 ha combattuto alla pari fino al termine con le avversarie. Veleggia a metà classifica e può mantenere questo passo fino al termine.
 

2) Le Zebre di coach Michael Bradley hanno incassato 6 sconfitte su 6 e sono ultime in classifica (non una novità) dietro anche alle neo entrate sudafricane che sembrano tenere di più alla Currie Cup che all’Urc. Urge (non da ora) un ripensamento sulla loro gestione. La nuova gestione della Fir, dopo l’intervento del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha dato alla sua franchigia un paio di stagioni per trovare le stesse risorse del Benetton da affiancare ai 5 milioni federali. Secondo le ultime dichiarazioni siamo fermi a 700-800 mila euro. Un’inezia.
Se continuerà così, per risultati economici e sportivi, appare inevitabile trasformare le Zebre in una franchigia di formazione, abbattendo i costi per redistribuire i soldi del contributo altrove. Oppure accettare l’offerta del Petrarca e di Alessandro Banzato, sul piatto da due stagioni, per provare dopo un decennio a far decollare finalmente anche la seconda franchigia di Urc italiana.
 

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