Italia rugby, Gonzalo Quesada dopo lo storico pareggio in Francia: «È solo l'inizio, non siamo ancora arrivati da nessuna parte» La filiera dei giovani da Aboud in poi

Il neo ct argentino predica umiltà dopo avere strappato il primo pari dell'Italia in Francia. Verso il match con la Scozia il 9 marzo a Roma all'Olimpico esaurito

Martedì 27 Febbraio 2024 di Paolo Ricci Bitti
Italia rugby, Gonzalo Quesada dopo lo storico pareggio in Francia: «È solo l'inizio, non siamo ancora arrivati da nessuna parte» La filiera dei giovani da Aboud in poi

Dice il saggio ct Gonzalo Quesada (allenatore dell’Italia del rugby da 57 giorni) che, nonostante lo storico e magnifico pareggio a Lilla contro la Francia, «con questi azzurri non siamo ancora arrivati da nessuna parte». Ma non è mica vero, perché intanto quel 13-13 sta pure assai stretto a Lamaro e compagni perché - come ha sentenziato L’Equipe a sezioni unite - il calcio di punizione sbagliato a partita già terminata da Paolo Garbisi andava fatto ripetere perché giocatori francesi si erano mossi verso il calciatore quando invece avrebbero dovuto stare fermi.

Chissà che titoli, allora, sui giornali francesi in caso di vittoria italiana visto che già per il “pari” hanno esaurito il catalogo degli aggettivi funebri per gli annichiliti Bleus: “Smarriti”, “Sull’orlo del vuoto”, “Nullissimi” (nul sta per pareggio), “Umiliati”, “Inferno del nord” (citazione dell’attigua Parigi-Roubaix).

 

Inferno del Nord


E non è vero quello che dice l’allenatore argentino, perché sempre grazie al “pari” l’Italia è arrivata finalmente nella Top 10 del ranking internazionale in cui la Francia è quarta: che panorama da lassù, dal decimo posto dietro l’Australia e davanti alle Fiji, solo 4 gradini più in basso della Scozia attesa il 9 marzo all’Olimpico. Era dal remoto 2013 che mancavano da quelle quote (ct Brunel, nono posto), mentre nel 2007 (ct Berbizier) salimmo all’ottavo posto. Non male visto che appena due anni fa eravamo mesti quindicesimi. 


Epperò abbiamo mentito: Gonzalo Quesada ha detto una sacrosanta verità. Questo pareggio-quasi vittoria, per quanto prestigioso e inedito, non porta l’Italia da alcuna parte: in 25 edizioni del Sei Nazioni abbiamo vinto solo 13 partite e ne abbiamo pareggiate 2 sulle 123 giocate. E quello di buono che hanno fatto a Lilla gli azzurri dovrà essere confermato e incrementato contro Scozia e Galles nelle ultime due giornate: solo così si potrà iniziare a parlare di effettivi passi in avanti. Il ct resta insomma umile e concreto dopo avere tuttavia elogiato a pieni polmoni la difesa degli azzurri che ha intrappolato i giganteschi franco-polinesiani. In questa pazienza tattica degli italiani di placcare con metodo e con ordine (difficilissimo quando devi tirare giù ondate di avversari di 147 chili) si vede la mano dell’argentino che in poche settimane ha dato i primi tratti al gioco della “sua” nazionale senza gettare alle ortiche quanto di buono ha trovato della gestione Crowley, vedi la verve del sontuoso contrattacco di 80 metri che ha portato in meta Capuozzo a 10 minuti dalla fine.

Mantra della difesa e XV di PlanetRugby molto azzurro

Quesada ha ripetuto che la difesa sarà il mantra della prima fase del suo cammino con l’Italia e gli azzurri, i più giovani e i più leggeri del Torneo, l’hanno ascoltato alla perfezione incassando solo una meta “fantasma” in un primo tempo in cui i rivali hanno avuto il 77% del possesso, un’enormità. Poi ha chiesto qualche lampo di imprevedibilità ed ecco l’attacco forsennato ordinato dal capitano Lamaro nei due minuti di recupero del primo tempo che ha fruttato 3 punti e il “rosso” al francese Danty. Di solito, in passato, queste iniziative “fuori dalle righe” ci costavano un’amarissima meta. Un coraggio che è piaciuto assai: nel XV di PlanetRugby, una selezione che vale un 30 e lode, del terzo terno ci sono ben tre azzurri: Lamaro, Menoncello e Capuozzo, un quinto dei titolari di una squadra distillata da sei nazionali. «Siamo solo all’inizio, una buona base su cui lavorare» ripete Quesada che domenica nel foglio partita ha infilato appena 6 giocatori di scuola non italiana su 23: un record di autarchia.

La filiera dei giovani da Aboud in poi

E che spera, come ha detto a RugbyRama, che la filiera federale valorizzi sempre più i talenti emergenti. Sì, ne abbiamo pochissimi rispetto alle altre nazioni della Top Ten (altra constatazione del ct), ma ne abbiamo e fanno faville nell’Under 20 del ct Brunello che in questo fine settimana la Francia tre volte campione del mondo l’ha persino battuta per la prima volta. Sono l’onda lunga di un sistema di formazione impostato dal 2016 dall’irlandese Stephen Aboud e che a metà 2022 è stato ristrutturato e affidato all’argentino German Fernandez che deve metterlo a pieno regime: l’obbiettivo è trovare spazio per questi giovani nelle franchigie Benetton e Zebre e nei club della Serie A Elite. Un percorso complesso che registra ancora defezioni che il movimento italiano non può permettersi se vuole rifornire la nazionale ora appena abbozzata dal saggio Gonzalo Quesada.

Il ct dell'Under 20 Massimo Brunello esulta con Elettri

Paolo Ricci Bitti

La situazione e il calendario

Classifica: Irlanda 15; Scozia 9; Inghilterra 8; Francia 6; Galles 3; Italia 3.

Quarto turno: sabato 9 marzo alle 15.15 Italia-Scozia e alle 17.45 Inghilterra-Irlanda; domenica 10 marzo alle 16 Galles-Francia

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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