Il mondo del calcio è in lutto. Piange Mauro Bellugi, l’ex difensore di Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese (227 presenze e zero gol), che il 7 febbraio aveva 71 anni. A novembre aveva subito l’amputazione di entrambe le gambe come conseguenza del Covid-19 e la sua storia aveva commosso tutti per la forza d’animo con cui aveva affrontato il dramma dopo i primi momenti di sconforto. «Non ho voglia di morire», aveva detto.
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CHI ERA
Bellugi è cresciuto nelle giovanili nerazzurre, debuttando in prima squadra nel 1969 e vincendo appena 20enne lo scudetto del 1970-71. Il 3 novembre 1971 ha segnato il suo unico gol in carriera, nella Coppa dei Campioni 71-72 contro i tedeschi del Borussia Moenchengladbach (nella partita vinta dall’Inter per 4-2). Nel 1974 il suo trasferimento al Bologna, dove gioca fino al 1979 diventando un punto di riferimento per la difesa degli emiliani, nonostante il grave infortunio rimediato nella stagione 1976-77 (giocò soltanto due gare). Passa al Napoli nel 979-80 e nella Pistoiese nel 1980-81, chiudendo la carriera in Toscana. Il suo ritiro avviene per i dolori alla gambe. Con la maglia della Nazionale tra il 1972 e il 1980 ha collezionato 32 presenze, disputando i Mondiali del 74 in Germania Ovest e quelli del 1978 in Argentina. Se in terra tedesca, l’Italia era stata eliminata al primo turno, in Sudamerica era arrivata quarta. E dopo Bellugi è diventato un apprezzato opinionista televisivo. Nessuno potrà mai dimenticare la sua ironia. Dopo l'amputazione delle gambe aveva ironizzato sulle protesi: «Prenderò quelle di Pistorius», aveva detto.
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