Insidia turca per il Chelsea
Real, una formalità con lo Schalke

Lunedì 17 Marzo 2014 di Benedetto Saccà
Insidia turca per il Chelsea Real, una formalità con lo Schalke
La grande lentezza degli ottavi della Champions League finalmente arrivata al tramonto. Un mese di sfide, cominciato il 18 febbraio e ora planato alla conclusione. Il calendario adesso serrerà i tempi: dopodomani, del resto, avremo il quadro completo delle squadre che parteciperanno ai quarti, venerdì mattina la Uefa sorteggerà gli abbinamenti e, fra due settimane, quindi il 1° aprile, ecco la prima gara dei quarti.



Domani, per ironia, il programma offrirà il confronto più incerto del blocco e quello meno aperto alla casualità, una sorta di amichevole. D’altronde, nelle partite di andata, il Chelsea di Mourinho ha soltanto pareggiato (1-1) con il Galatasaray di Mancini a Istanbul, mentre il Real Madrid di Ancelotti ha letteralmente asfaltato (6-1) lo Schalke 04 a Gelsenkirchen.



I Blues, fra l’altro, sono stretti nella morsa degli impegni, considerando che sabato pomeriggio si giocheranno una consistente fetta della stagione affrontando l’Arsenal in campionato. È chiaro, Mourinho non potrà certo concedersi il lusso di mancare l’appuntamento europeo: è il momento del tutto o niente, dove il niente sarebbe uno «zero tituli» che inesorabilmente si ritorcerebbe contro il portoghese. Mancini, poi, ha fame di vittorie di rivincite e potrà affidarsi a campioni del calibro di Drogba e di Sneijder, due allievi di Mourinho che proprio da Mourinho hanno imparato l’arte della pazienza, della determinazione e del successo.



Viceversa Ancelotti solca sereno i mari d’Europa. Il Madrid, d’altra parte, è reduce da 30 (sic) risultati utili consecutivi e ha collezionato otto vittorie e un pareggio nelle ultime nove gare, un cammino impressionante. La sfida casalinga di domani, insomma, avrà il profilo di un’amichevole, acuito specie dall’importanza dello scontro spagnolo di domenica sera, il Clasico con il Barcellona, il passaggio che potrà timbrare definitivamente la sentenza della Liga. Impossibile, di riflesso, immaginare una squadra votata all’attacco e all’arrembaggio contro i tedeschi di Keller. Piuttosto, Ancelotti lascerà la scena a qualche seconda linea, sia pure di livello.



Quanto alle partite di mercoledì, il Borussia Dortmund ha già inclinato il piano all’andata firmando quattro gol (4-2) a San Pietroburgo. I gialloneri naturalmente puntano tutto sulla Champions perché non hanno la possibilità di spendere neppure più una parola nella Bundesliga, ampiamente requisita dal Bayern Monaco. Lo Zenit, al contrario, galleggia in un lago di problemi, culminati con l’esonero di Spalletti, giunto la settimana scorsa: e, subito, il sostituto Semak è scivolato al cospetto del Cska Mosca.



Sul versante inglese, mercoledì, il Manchester Utd giocherà la partita più delicata dell’intera stagione. Ha incassato due gol (0-2) in Grecia contro l’Olympiakos e avrà dunque l’obbligo di fendere la nebbia di un’annata anonima, di provare almeno a ribaltare il pronostico. D’accordo, i Red Devils non superano un’eliminatoria europea dopo aver perso la gara di andata con uno svantaggio di due gol addirittura dal 1957, ma lo scenario stavolta non permetterà errori ulteriori: la Premier racconta di un settimo posto irricevibile e il tecnico Moyes è alla vana ricerca di una ricetta indovinata. Lo scozzese corre sul filo dell’esonero. E i greci, si sa, in battaglia non hanno pietà. È storia.

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