Serena Williams dopo la furiosa lite con l'arbitro Carlos Ramos («se fossi stata un uomo, tutto questo non sarebbe successo», gli ha urlato) durante la finale persa (6-2, 6-4) contro la giapponese Naomi Osaka agli Us Open ha alimentato un dibattito social destinato a rinverdire le polemiche sulla parità di genere. «Nella mia carriera ho visto giocatori uomini dire di tutto ai giudici senza che accadesse nulla - ha ripetuto Serena in conferenza a fine match - Io continuerò a lottare per i diritti delle donne e per l'uguaglianza. Gli ho gridato ladro e lui mi ha tolto un gioco: a me è sembrata una decisione sessista. Non lo avrebbe mai fatto a un uomo».
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Parole pesanti che hanno trovato sponda in una delle icone della storia del tennis femminile, Billie Jean King, grande campionessa del passato e fondatrice della Wta, che ha difeso a spada tratta la 37enne ex n.1 del mondo.
Fatta questa premessa, la 11 volte vincitrice di Slam (oltre a 16 titoli in doppio e 11 in doppio misto) e considerata una delle più grandi tenniste della storia, ha detto la sua anche sulla lite in campo tra Serena e il giudice di sedia, prendendo apertamente le parti dell'ex n.1: «Quando una donna si lascia andare alle emozioni del momento diventa subito una isterica e viene penalizzata per questo. Quando lo fa un uomo, diventa invece »schietto« e non ci sono mai ripercussioni. Grazie, #serenawilliams, per aver portato alla luce questo doppio standard. C'è bisogno adesso di tante altre voci». La prima a raccogliere il suo invito è stata la Victoria Azarenka. La bielorussa, ex n.1 del mondo anche ha twittato che «se fosse stato un match tra uomini, non sarebbe finita così» e anche l'attrice americana Ellen DeGeneres sta dalla sua parte: «Serena Williams, hai cambiato il mondo in meglio. Questo per me vale più di una partita», ha twittato congratulandosi comunque con Naomi Osaka «per la tua storica vittoria».