Roma ultimo appuntamento per Parigi 2024, da Lamberti a Cerasuolo: sperano in tanti

Il «Sette Colli» rappresenta l'ultima occasione per gli azzurri del nuoto di prendere parte alla kermesse estiva

Mercoledì 6 Marzo 2024 di Piero Mei
Roma ultimo appuntamento per Parigi 2024, da Lamberti a Cerasuolo: sperano in tanti

A un passo dal pass, ma la biglietteria per Parigi è rimasta inoperosa per le qualificazioni individuali, oggi a Riccione, seconda giornata dei tricolori di nuoto, penultima occasione da crono olimpico. Ora chi c’è andato vicino punta su Roma e sul «Sette Colli» di giugno. E tra quelli che hanno accarezzato la lancetta buona erano Michele Lamberti (100 dorso), Francesca Fangio (200 rana) e i tre ranisti dei 100 (Federico Poggio, Ludovico Viberti e Simone Cerasuolo arrivati nell’ordine) per i quali c’è solo un posto, l’altro essendo già nel cassetto della scrivania di Nicolò Martinenghi.

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Lamberti l’ha presa bene: «Si fa un passo alla volta» ha detto commentando il 53.56, suo personale: bisogna limarlo un po'.

Michele ora si allena con Ceccon («c’è tanto da imparare») e sta vivendo una nuova esperienza, avendo lasciato casa, dove lo seguivano papà Giorgio e mamma Tania Vannini. «Forse ci si concentra più sui dettagli, adesso», sorride.

Anche Francesca Fangio si dice soddisfatta della prestazione (2:23.90), «mi sento ritrovata dopo Doha, ho capito che a trent'anni bisogna allenare di più il cervello. Al «Sette Colli» farò forse meglio: a inizio estate vado sempre più forte». Aveva dato uno schiaffo all’acqua: non era stizza come sembrava ma liberazione.

I tre della rana, invece, spargevano amarezza: pensavano tutti e tre di fare meglio e invece i Giochi sono tutt’altro che fatti. «Speriamo di avere l’ultima occasione a Roma». Dovevano chiudere la partita in 59.1 e invece hanno chiuso la gara, 59.46 per Poggio, 59.75 per Viberti, 59.80 per Cerasuolo.

Per il resto di giornata da segnalare il sorriso largo così di Simona Quadarella che si diverte nei 200 stile (il regno che fu di Federica Pellegrini) e tocca per seconda con un rush violento dietro la sua amica Sofia Morini; l’allegria di Razzetti che si concede velocità nei 50 farfalla vinti da Gargani (23.41) che mmette «perché non c’era Thomas», cioè Ceccon. E da segnalare i tanti tempi buoni dei ragazzi da Europei giovanili e Sara Curtis che nei 50 dorso migliora due volte, mattina e sera, il record cadette. I «bambini», direbbe Mourinho, ci sono: come Christian Bacico, dorsista da seguire assai. Costanza Cocconcelli vinceva i 100 farfalla con primato personale (terza italiana di sempre sotto i 58), battendo Ilaria Bianchi che a 34 anni ancora sale sul podio. Da segnalare anche i fratelli Lazzari: Davide, il più piccolo vince tra gli juniores, Francesco, il più grande (2006-2004) la finale B dei 100 dorso, stile di famiglia.

Il finale era dedicato alla staffetta 4x200 maschile, in acqua anche Razzetti che è a Riccione proprio per dare una mano ai quartetti oltre che per divertirsi allo sprint. Cesare Butini, il cittì, controllava tutti da bordo vasca: con tutte le staffette qualificate per Parigi bisogna adesso assegnare i compiti, e l’algoritmo non basta e il cronometro neppure. Un grande Filippo Megli faceva la prima frazione in 1:45.91, due decimi sopra il limite olimpico per la gara individuale, ed è come lo avesse fatto. Probabilmente non scatterà la tagliola, perché mica siamo ai Trials e non siamo americani. Il lancio di Megli spalancava la via del podio ai Carabinieri (ottimo anche il ragazzo Ragaini in seconda frazione) ma non per il titolo, perché in terza l’Esercito metteva in acqua Ciampi che recuperava tutto ed era appassionante l’ultimo 200 con il soldato Marchello che toccava un attimo prima del carabiniere Lamberti, Matteo, il fratello più grande. Tra i quattro della staffetta maggiore va citato Gabriele Detti che dopo anni difficili torna a scalare un podio più alto. 7:11.11 il crono dell’Esercito, ma la frazione di Megli è la più veloce delle 32, comprese tutte quelle lanciate.

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