Pordenone, 22 mar - Le norme attuali sul Decreto Flussi rendono
difficoltoso per le Regioni compiere scelte autonome rispetto
alle reali esigenze di lavoratori da parte dei sistemi produttivi
e dei territori. Ciò che è necessario e che auspichiamo,
nell'attribuzione delle quote di lavoratori extra Ue da parte del
ministero, non è solo l'attenzione ai numeri che quantificano le
quote ma piuttosto alle competenze professionali che possano
soddisfare al meglio le concrete necessità espresse dalle imprese.
È, in sintesi, quanto espresso dall'assessore regionale al Lavoro
rispetto alle prossime attribuzioni delle quote di lavoratori
extra Ue decise dal Governo con l'approvazione de Decreto Flussi
per il 2023. La Regione Friuli Venezia Giulia aveva indicato
quali settori di proprio interesse per l'attribuzione delle quote
per il lavoro non stagionale i comparti dell'autotrasporto e
dell'edilizia.
Di fatto, il Governo assegna le quote secondo l'ordine cronologico di arrivo delle istanze da parte delle imprese di tutti i settori, senza tenere in considerazione i comparti specifici di fabbisogno indicati dalla Regioni con il conseguente rischio di vedere insoddisfatte le specifiche esigenze dei territori.
Un sistema di cui si auspica, come evidenziato dall'assessore regionale al Lavoro, la revisione nelle sue modalità di assegnazione, che dovrebbero essere più rispondenti alle necessità espresse dai tessuti produttivi locali.
Una maggiore autonomia delle Amministrazioni regionali in questa materia, come ha ribadito l'assessore, consentirebbe di rispondere in modo più mirato al reale fabbisogno delle aziende, oltre a consentire di realizzare attività di accoglienza più finalizzate e quindi utili per le persone. In questo senso, secondo l'esponente della Giunta, il dibattito che si è aperto anche in sede europea potrebbe essere l'occasione, su impulso delle Regioni, per una disciplina nazionale più avanzata. ARC/LIS/pph
© RIPRODUZIONE RISERVATA Di fatto, il Governo assegna le quote secondo l'ordine cronologico di arrivo delle istanze da parte delle imprese di tutti i settori, senza tenere in considerazione i comparti specifici di fabbisogno indicati dalla Regioni con il conseguente rischio di vedere insoddisfatte le specifiche esigenze dei territori.
Un sistema di cui si auspica, come evidenziato dall'assessore regionale al Lavoro, la revisione nelle sue modalità di assegnazione, che dovrebbero essere più rispondenti alle necessità espresse dai tessuti produttivi locali.
Una maggiore autonomia delle Amministrazioni regionali in questa materia, come ha ribadito l'assessore, consentirebbe di rispondere in modo più mirato al reale fabbisogno delle aziende, oltre a consentire di realizzare attività di accoglienza più finalizzate e quindi utili per le persone. In questo senso, secondo l'esponente della Giunta, il dibattito che si è aperto anche in sede europea potrebbe essere l'occasione, su impulso delle Regioni, per una disciplina nazionale più avanzata. ARC/LIS/pph
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