FIUMICINO - L'aeroporto di Fiumicino è sempre più all'avanguardia per l'uso di tecnologie grazie alla sperimentazione di lampade a led Biovitae che possono ridurre le presenze batteriche negli ambienti e proteggere così di più la salute dei passeggeri. La sperimentazione è stata presentata oggi, alla presenza dei vertici di Adr. E' stata condotta al pronto soccorso del Leonardo da Vinci, primo scalo al mondo ad aver installato dispositivi di illuminazione a led battericidi Biovitae, in grado di ridurre la carica battericida e limitare i fenomeni di antibiotico-resistenza.
"È un'altra importante iniziativa che mette nuovamente al centro l'attenzione al passeggero - ha sottolineato il Presidente di Adr, Antonio Catricalà - una sperimentazione che, con successo, ha visto scientificamente provata la riduzione dei batteri, senza interferire sul sistema immunitario, e che rientra nel novero della nostra cura della tutela dell'ambiente. Confidiamo di estendere la sperimentazione in altre aree analoghe in aeroporto".
"Grazie alla tecnologia di Biovitae - ha detto l'amministratore delegato di Adr, Ugo de Carolis, commentando i risultati - l'abbattimento della carica batterica nei locali della sperimentazione è stato superiore al 60 % e gli spazi con buona igiene batterica sono quasi raddoppiati, passando dal 42 all'82%. Da oggi possiamo considerare il Pronto Soccorso dell'aeroporto di Fiumicino un luogo in cui il rischio microbiologico per passeggeri e operatori sanitari è sostanzialmente azzerato".
La società Aeroporti di Roma, che sta valutando le opportunità d'installazione delle lampade all'interno dei Terminal e delle aree d'imbarco e sbarco dei passeggeri, con Biovitae ha deciso d'intraprendere un "serio cammino nella lotta alle infezioni recependo l'allarme lanciato dai ricercatori del progetto Pand Hub, realizzato dal VTT (Technical Research Centre) - principale centro di ricerca pubblico finlandese - in collaborazione, tra gli altri, con l'Università di Nottingham e lanciato nel novembre 2014 per valutare i rischi di diffusione di malattie all'interno degli hub di trasporto in tutto il mondo.
Obiettivo finale del progetto triennale di ricerca, finanziato con 3,1 milioni di euro di fondi europei, è quello di sviluppare un modello di prevenzione e un piano d'azione in caso di crisi".