Vittorio Emanuele Parsi: «Sono quasi morto, ero nell'Ade e ho visto le anime. Mi ha salvato il volto di Tiziana»

Venerdì 16 Febbraio 2024, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:48

Il coma

«Ricordo tutto il periodo in coma - racconta -. Un fiume melmoso, nero, che stava sotto i miei piedi, come Ulisse e Achille. Penso fosse l'Ade. Il fiume in cui stanno le anime morte. Non ho visto nessuna luce, nessuna speranza che non fosse quella di lottare per vivere. Forse quando si muore la sensazione è quella di un abbraccio. La morte la viviamo come spaventosa, io non ne ho mai avuto grande simpatia, non nutro aspettative su quello che verrà dopo. Però la cosa che mi ha sorpreso è che non provavo paura. Ricordo di avere visto le radici degli alberi da sotto, come fossi in un crepaccio. E di tanto in tanto, voci lontane. A un certo punto mi sono chiesto se fossi morto. Ho pensato: non ce la faccio, forse basta lasciarsi andare e tutto passerà. La morte non potrà essere tanto peggio».


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