«Dammi i soldi o ti lascio». Condannato per il ricatto alla compagna: è estorsione

Sabato 6 Aprile 2024, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 15:13

L'INCOLUMITA'


Ma allora perché la donna aveva continuato a dargli i soldi? Secondo la Suprema Corte, da un lato poiché ingannata dal racconto di difficoltà economiche «falsamente rappresentate», dall'altro per l'esigenza «di salvaguardare la propria incolumità». In ogni caso, è la conclusione della sentenza, quella è stata un'estorsione, reato ravvisabile «non solo allorché le richieste di denaro siano state avanzate con toni aggressivi o minacciosi, ma anche in modo larvato e subdolo». E in cosa sono consistite la minaccia o la violenza previste dal codice penale per configurare quell'ipotesi? Per gli "ermellini", «anche l'intimazione della rottura di una relazione sentimentale ben può assumere valenza minacciosa allorché, lungi dal rappresentare la manifestazione di una propria libera scelta, costituisca espressione di ricatto». Per tutti questi motivi, il ricorso del polesano è stato rigettato, respingendo pure la sua richiesta di sostituire la pena con il lavoro di pubblica utilità. È stata accolta solo l'istanza di revoca delle statuizioni civili: dopo una transazione, la vittima ha ritirato la propria costituzione nel giudizio.

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