«Dammi i soldi o ti lascio». Condannato per il ricatto alla compagna: è estorsione

Sabato 6 Aprile 2024, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 15:13

IL MENAGE


Nel merito, lui sosteneva che «la corretta chiave di lettura della vicenda» andasse ricercata nel fatto che «si trattava di un menage consensuale e caratterizzato da una forte violenza verbale, ma mai coartato», quindi in «assenza di qualsiasi costrizione», al punto che ciascuna consegna di denaro da parte dell'ex fidanzata «doveva ritenersi pienamente frutto delle sue libere determinazioni», tanto più perché le dazioni erano avvenute con «modalità di versamento tutte tracciabili». Inoltre il 50enne puntava a dimostrare che la sua ex non potesse essere considerata un «soggetto particolarmente vulnerabile o in totale sudditanza psicologica», in quanto due giorni prima che lei bloccasse il suo numero, «i due stavano ancora programmando incontri erotici insieme».
Per la Cassazione, invece, le chat custodite nei telefonini e le «precise dichiarazioni» della donna danno «ragionevolmente conto» di come le risposte di lei, e gli incontri comunque avvenuti con un uomo dai modi prevaricatori, «siano riconducibili alla condizione di assoggettamento e di sudditanza psicologica che il reiterato comportamento dell'imputato ha ingenerato nei confronti della persona offesa». Hanno chiosato i giudici: «In tale contesto, la circostanza che le parti, nell'ambito del loro menage, abbiano accettato un'interlocuzione dai toni spinti, non rende affatto privi di rilievo, neutralizzandone il disvalore penale ai fini del delitto di arti persecutori, le pesanti offese, gli insulti, le minacce di morte e il reiterato disprezzo».

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