Pasquale Ferarri, l'ultimo organaro di Venezia: «Ormai faccio tutto da solo. I giovani? Cercano soddisfazioni immediate e preferiscono evitare i sacrifici»

Domenica 24 Settembre 2023, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 13:32

La formazione

Ferrari racconta con gioia le caratteristiche del suo mestiere (non i segreti), per lui fare l'organaro non è solo un lavoro, ma un'autentica passione, che ha coltivato sin da ragazzino: «Tutto è cominciato con la mia attrazione per la musica e la meccanica. Fin da giovane seguivo il lavoro degli organari che venivano a Venezia per riparare gli strumenti. Poi ho cominciato come apprendista, il primo organo su cui ho lavorato è quello della chiesa di San Samuele. Cercavo di imparare il più possibile, andavo nelle ditte specializzate dell'epoca, come i Cucinelli e gli Zanin per perfezionarmi. Ho lavorato tre anni in Austria con Gerard Hradetzky (mi raccomando, scritto con l'H davanti per non confonderlo con il generale che conquistò Milano), un grande organaro da cui ho imparato moltissimo. Un po' alla volta mi sono fatto conoscere».

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