BELLUNO - Dallo scandalizzato allo sconcertato, dalla denuncia indignata all'ironia: così le minoranze consiliari del Comune di Belluno sull'ormai tramontato investimento da 100 milioni di euro, per rilanciare il Nevegal, da parte di una cordata italo-algerina. Un investimento che, secondo l'intermediario di questa operazione, sarebbe servito per riciclare denaro di dubbia provenienza. Nel mirino il sindaco Oscar De Pellegrin e l'assessore Franco Roccon. Ma la responsabilità è di tutta la giunta, è stato detto. Così ha introdotto Lucia Olivotto (Belluno Bene Comune), presente con i colleghi Ilenia Bavasso, Francesco Rasera Berna, Marco Perale; al tavolo anche Claudia Bettiol (Pd), Jacopo Massaro (In movimento), Giangiacomo Nicolini (Belluno D+), Riccardo Samaria (Valore Comune): «A differenza di quanto avrebbe fatto sicuramente Roccon, noi non chiediamo la sua testa; del resto il sindaco sta dimostrando di avere fiducia nei suoi assessori. Ma siamo preoccupati da tanta sprovvedutezza ed inconsapevolezza del primo cittadino e ci chiediamo cosa potrebbe accadere alla città di fronte ad un problema più grave».