«Zls di Marghera, ecco gli ostacoli da superare»: in ballo 2,4 miliardi di euro di investimenti e 26 mila nuovi posti di lavoro

Domenica 10 Marzo 2024, 19:12

COSA SERVE

«Per raggiungere questi obiettivi, però, oltre ai soldi dal Governo, è indispensabile chiarire il rapporto tra il Comune di Venezia e il Porto. - aggiunge Vincenzo Marinese - Siccome la Zls è per attività industriali, nel Piano regolatore portuale (Prp) bisogna identificare quello che è porto e quello che è retroporto e distinguerlo da quel che, invece, è città. Anche questa mancanza di chiarezza sta bloccando perché i grandi centri industriali nascono dove ci sono servizi, e quindi nelle grandi aree urbane». E poi, per completare il quadro, ci sono le bonifiche dei terreni inquinati, un'altra partita essenziale per dare gambe alla Zona logistica semplificata. I Sindacati chiedono un piano per affrontarle. «In realtà piani ne abbiamo fatti a bizzeffe e ci sono anche i progetti. Per completare le bonifiche servono tre interventi: il primo è il completamento della messa in sicurezza dei 2000 ettari di Porto Marghera evitando, così, che le acque di falda si inquinino e finiscano in laguna, quindi bisogna chiudere l'anello della "muraglia" lunga 42 chilometri e da anni mancano gli ultimi 3. Questo intervento è fondamentale perché comporterebbe che l'acqua di falda diventi un rischio idrogeologico (per il quale le aziende pagheranno solo quando l'acqua chiusa nel grande recinto salirà di livello e dovrà essere pompata al Pif, il depuratore di Fusina) e non più una passività ambientale eterna com'è oggi». E poi per il vicepresidente di Confindustria il ministero dell'Ambiente deve far uscire Porto Marghera dal Sin, il Sito di interesse nazionale, in modo che diventino veloci le approvazioni delle modifiche dei progetti industriali e delle bonifiche che si fanno in base all'utilizzo finale dell'area; e se cambia il proprietario dell'area, deve essere libero di fare il progetto. Allo stesso modo si deve ridurre (come stabilito da più decreti ma non ancora attuato) la percentuale delle fideiussioni che le aziende rilasciano al Ministero: oggi è il 10% del valore della bonifica, ma prima era il 50%, così chi ha comprato aree in passato, per venderle chiede quel 50%, ma chi compra è disposto a pagare solo il 10.

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