Bonus porte e finestre al 75%, verso il ritorno dell'incentivo: i nuovi requisiti e la platea allargata

Venerdì 19 Gennaio 2024, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:56

LO SCOGLIO DEL MEF

Lo scoglio è il Mef, con le risorse aggiuntive da trovare e Giorgetti che vuole mantenere i saldi invariati, per tutelare i conti pubblici. Fonti di Fratelli d’Italia, però, almeno per il bonus barriere architettoniche, parlano una partita non troppo onerosa, che si può chiudere. Il decreto Superbonus ha limitato gli interventi che rientrano nel bonus al 75% a quelli che riguardano scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Dal 1° gennaio, poi, niente più cessione del credito e sconto in fattura, ma solo detrazione Irpef in cinque rate annuali entro il 31 dicembre 2025. Questo secondo limite, però, non vale per i condomini e i proprietari di villette con un Isee entro i 15mila euro o disabili in famiglia. E ancora, non vale per chi ha presentato prima del 29 dicembre l’ asseverazione tecnica, oppure, nei casi in cui non serve, ha già iniziato i lavori o ha versato un acconto. Visto il pressing delle associazioni di categoria (da FederlegnoArredo a Unicmi, da Cni a Anfit) oltre all’opposizione, anche la maggioranza (Fratelli d’Italia da sola ha presentato 15 su 130 emendamenti al decreto) vogliono preservare almeno i contratti in essere. Martedì ci sarà un apposito incontro al Mef tra alcuni parlamentari di maggioranza e Giorgetti. Si punta a permettere tutti i tipi di lavoro contro le barriere architettoniche, con sconto in fattura e cessione del credito per le categorie già scritte nel decreto. Tra le ipotesi per ridurre il conto da pagare: l’allungamento della detrazione a dieci anni, riducendo la detrazione al 50% e l’obbligo in ogni caso di asseverazione.

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