Virus sinciziale, proteggere i bambini leggendo i sintomi: primo, la mancanza di appetito

Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di Pediatria: dai vaccini alle monoclonali, utilizzare tutte le terapie a disposizione

Giovedì 9 Novembre 2023 di Graziella Melina
Virus sinciziale, proteggere i bambini leggendo i sintomi: primo, la mancanza di appetito

Fino a pochi anni fa, diciamo l’inverno del 2020, l’influenza, la bronchite e le infezioni invernali nei bambini venivano affrontate come eventi di routine.

Ovviamente, con tutte le differenze secondo l’età e il generale stato di salute del piccolo paziente. Ma, come sappiamo, dalla pandemia tutto è cambiato. Anche la più banale influenza desta preoccupazione. Anche perché, sempre in tempi recenti, i virus respiratori hanno messo a dura prova i reparti di Pediatria. Parliamo dell’epidemia di bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) a cui si è sommata la contemporanea circolazione di influenza, Covid e altri virus respiratori, con accessi record nei pronto soccorso. Proprio nei giorni scorsi è stato isolato all’Umberto I di Roma il primo caso di virus sinciziale in un neonato. L’attenzione degli specialisti – che si sono riuniti a Torino al Congresso della Società italiana di Pediatria – è rivolta a come prepararsi ad affrontare l’inverno. Al momento non è possibile prevedere se la “triade” accompagnerà la stagione. E, soprattutto, quale sarà l’entità della circolazione di questi virus. Sulla base di quanto è stato rilevato nell’altro emisfero, il picco del respiratorio Sinciziale (non esiste ancora un “vaccino” in Italia ma è disponibile un anticorpo monoclonale indicato solo per un ristretto gruppo di bambini fragili) dovrebbe arrivare più tardi rispetto allo scorso anno.

Quanto all’influenza, fa sapere la Società italiana di Pediatria, l’European Center for Disease Control and Prevention non si è sbilanciato nel fare previsioni sulla gravità di questa stagione rispetto a quella dell’anno scorso. I pediatri, comunque, hanno deciso di far arrivare consigli alle famiglie per la gestione di questi virus nei più piccoli. Obiettivo: tutelarli al meglio ed evitare accessi inutili al pronto soccorso.

LE INDICAZIONI

«Il primo consiglio è quello di proteggere i più piccoli e i più fragili con le armi che abbiamo a disposizione, i vaccini, laddove esistono, seguendo le nostre indicazioni e quelle del ministero della Salute», spiega Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di Pediatria. I dati australiani, cileni, argentini, Paesi dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, lasciano ipotizzare che il picco del Virus Respiratorio Sinciziale sarà raggiunto a dicembre-gennaio. «Si torna così alla situazione pre-Covid e i casi, sebbene sempre numerosi, non dovrebbero essere quelli di un’ondata eccezionale – spiega Fabio Midulla, presidente della Società italiana Malattie respiratorie infantili e ordinario di Pediatria all’Università Roma La Sapienza – Un quadro che fa ben sperare. La bronchiolite all’inizio è come una malattia influenzale; quindi, il bambino può avere il raffreddore, la tosse e un po’ di febbre. La cosa più importante è controllare l’alimentazione, che comincia a ridursi ventiquattro ore prima della comparsa del distress respiratorio. Se il piccolo comincia a non mangiare, bisogna stare attenti, è quello il campanello d’allarme. Normalmente i sintomi più gravi si presentano tra il terzo e il quinto giorno».

L’arma migliore resta la prevenzione. La Società italiana di Pediatria e la Società italiana Malattie respiratorie infantili hanno realizzato un vademecum (sip.it/wp-content/uploads/2023/10/Guida-rapida-VRS.pdf). «In questo momento c’è una circolazione di casi sporadici di influenza, non è ancora scattata l’epidemia. Anche per il Covid vi sono segnalazioni di casi di gravità variabile, che spesso sono gestiti a domicilio, anche se non abbiamo ancora visto una circolazione ampia. Al momento questi casi hanno un peso quantitativo contenuto, ma occorre ricordare che la situazione epidemiologica può cambiare rapidamente e bisogna essere preparati» dice Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo tecnico malattie infettive della Società italiana di Pediatria e ordinaria di Pediatria all’Università di Parma. È importante che i bambini malati stiano a casa, specie se frequentano l’asilo dove avviene ad esempio lo scambio di giochi. «In tutte le Regioni – ricorda Esposito – la vaccinazione antinfluenzale è ormai disponibile. È raccomandata alle donne in gravidanza, a tutta la popolazione pediatrica. Anche ai bambini sani di età compresa tra sei mesi e sei anni, ai fragili di ogni età, a partire dai 6 mesi».

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Ultimo aggiornamento: 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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