Antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici: il piano dell'Unione europea per evitare la carenza di farmaci

Redistribuzione delle scorte su base volontaria, proroga delle scadenze e agevolazione delle preparazioni galeniche nelle farmacie: ecco il programma Ue

Giovedì 9 Novembre 2023 di Gabriele Rosana
Antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici: il piano dell'Unione europea per evitare la carenza di farmaci

Antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici: mai più senza.

È la promessa dell’Europa che si prepara ad adottare entro fine anno, per la prima volta, una lista di medicinali critici, cioè un elenco di farmaci - «tra i 100 e i 350», stima la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides - che non dovranno in nessun caso mancare sugli scaffali del Vecchio continente. E come paracadute per evitare il peggio, Bruxelles mette da subito in pista, a disposizione degli Stati, un meccanismo di ridistribuzione delle scorte su base volontaria da attivare in caso di crisi. Una mossa inedita, aspettando gli appalti congiunti Ue di medicinali, come avvenuto con i vaccini nelle fasi più acute della pandemia da Covid-19.

IL FINE

L’imponente riforma farmaceutica Ue, la prima in oltre vent’anni, è ancora ai nastri di partenza dell’articolato procedimento legislativo Ue, ostaggio del proposito di trovare un equilibrio tra l’ampliamento dell’accesso alle cure, da una parte, e la tutela della proprietà intellettuale per i produttori, dall’altra. Per dire la federazione Ue delle aziende farmaceutiche ha pubblicato un report per sottolineare come con la riforma perderanno 2 miliardi di investimenti all’anno. Ci vorranno mesi, se non anni, per raggiungere l’intesa nei negoziati tra europarlamentari e governi - e nel mezzo ci sono pure le elezioni Ue del giugno prossimo -, la Commissione ha deciso di pigiare sull’acceleratore per anticipare alcuni aspetti, in particolare quelli necessari a prevenire le carenze di medicinali. Sono le mancanze viste un anno fa, quando le farmacie si trovarono sguarnite anche dei più comuni prodotti da banco e di uso pediatrico, toccando picchi di oltre 3mila tipologie mancanti solo nel nostro Paese, dal paracetamolo all’ibuprofene, fino all’amoxicillina. Ora, il nuovo inverno alle porte, che porta con sé quella che, nel racconto della direttrice dell’Agenzia europea del farmaco Emer Cooke, è la «tripla epidemia di influenza, Covid-19 e virus respiratorio sinciziale», ricorda che è tempo di alzare il livello di guardia. E di ripetere con i medicinali il piano d’azione industriale già messo in campo con chip e materie prime, con l’obiettivo di rafforzare l’indipendenza delle filiere Ue e la loro autonomia strategica in un’economia interdipendente. «Non possiamo pensare di risolvere tutte le questioni da un giorno all’altro, visto che siamo davanti a cause di lunga data e multifattoriali», ha messo le mani avanti Kyriakides, prima di illustrare la decisione di «anticipare l’esecuzione di alcuni profili della riforma farmaceutica», contenuti in una comunicazione che la Commissione ha approvato a fine ottobre.

L’ITER

Bruxelles individua azioni di breve, medio e lungo termine, così inaugurando «il lavoro per identificare i nostri punti più deboli e trovare insieme le soluzioni più appropriate. È impensabile che nell’Europa del 2023 i pazienti non abbiano accesso ai farmaci di cui hanno bisogno». Il primo passo è l’avvio dello schema di solidarietà volontaria, per la prima volta in maniera strutturale in ambito sanitario: consentirà ai Paesi membri di segnalare agli altri le temute penurie di un determinato medicinale sul territorio nazionale, sollecitando l’intervento delle altre capitali le quali, nel caso in cui abbiano disponibilità a sufficienza, potranno condividere le proprie scorte e alleviare l’emergenza carenza. Agli Stati è, inoltre, riconosciuta la possibilità, in caso di pericolo per la reperibilità sugli scaffali, di prorogare temporaneamente la durata di conservazione (e quindi la scadenza) dei farmaci, di agevolare la commercializzare delle preparazioni galeniche delle farmacie o di autorizzare alternative in tempi rapidi. Nel piano Ue trova posto pure la possibilità che già in vista dell’inverno 2024-25 la Commissione faccia ricorso agli appalti congiunti europei per antibiotici e trattamenti contro le patologie respiratorie. Accanto a queste misure, arriverà il “Critical Medicines Act”, cioè l’elenco dei farmaci critici «la cui fornitura insufficiente comporta un danno grave o il rischio di un danno grave per i pazienti», chiesto a gran voce in primavera da una ventina di governi. A rendere immediatamente operativa la lista sarà la creazione di una piattaforma di esperti europei e nazionali, con il coinvolgimento di operatori del settore e di rappresentanti della società civile - l’esecutivo Ue la chiama “Alleanza per i medicinali critici” -, che sarà funzionante già nei primi mesi del 2024. È il tassello, finora mancante, per coordinare a livello continentale gli interventi necessari a parare i colpi in caso di vulnerabilità e a sopperire alle carenze. Entro aprile, poi, i tecnici Ue esamineranno in dettaglio le filiere di alcuni farmaci selezionati, «un’analisi che indicherà gli ambiti in cui sono necessarie ulteriori misure», spiegano dalla Commissione. Tutte le opzioni per il futuro restano sul tavolo, compresi gli incentivi al “made in Europe”, invocati tra gli altri dal leader francese Emmanuel Macron, per riportare nell’Ue la fabbricazione dei principi attivi che oggi avviene in Paesi terzi, dalla Cina all’India.

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Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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