Un pizzico di pepe fa sempre bene. Aggiunge un po’ di vivacità alla vita, ai piatti regala sensazioni nuove. Così molte altre spezie che, diversamente dal sale e da altri condimenti, non provocano l’accumulo di calorie e grassi. A dire che le spezie fanno bene sono gli stessi medici. «Hanno in genere un potere antinfiammatorio e antiossidante e riducono la produzione di radicali liberi», afferma Emanuela Russo, dietista al Policlinico San Donato di Milano. «Lo sanno bene – aggiunge – in Oriente, dove sono molto più diffuse per le proprietà quasi curative, tanto che spesso molti integratori ne contengono i principi attivi». È il caso della curcuma utilizzata in prodotti per le patologie articolari, grazie alla sua capacità antinfiammatoria. «La curcumina – leggiamo nella “Grammatiche delle spezie” edito da Gribaudo (226 pagine, 19,90 euro) – è stata utilizzata a scopo medicinale per migliaia di anni in Asia ed è importante nella medicina Siddha. È utilizzata anche nella medicina ayurvedica perché aiuta la circolazione, la digestione e il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue».
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GLI ESEMPI
Tra le spezie più utilizzate a livello mondiale c’è il cardamomo che oltre a stimolare il metabolismo cura le infiammazioni delle vie aeree. Così come la cannella (per il mal di gola) che riduce pure i dolori dell’artrite. Un vero antibiotico naturale per combattere virus e batteri è considerato l’anice stellato. Ogni spezia è insomma un toccasana. Il pepe, per esempio, trova il piccante nella capsaicina, una sostanza che induce il rilascio delle endorfine da parte del cervello, dando una sensazione di benessere. Inoltre, è di grande aiuto nella digestione delle proteine e degli alimenti che causano stitichezza e acidità. Come accade in cucina, può essere sostituito dal cumino nel calmare i problemi gastrointestinali. Infine, senza scomodare Aristotele, che ci aromatizzava il vino per renderlo meno nocivo, la cannella riduce l’assorbimento degli zuccheri.
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