Covid dalla Cina, Massimo Andreoni: «Vaccini a fragili e anziani e blocco dei voli da Pechino»

Siamo pronti ad affrontare un eventuale aumento dei casi? "Quello che sta accadendo in Cina dimostra che il virus non ha perso la sua efficacia"

Giovedì 29 Dicembre 2022 di Graziella Melina
Covid dalla Cina, Massimo Andreoni: «Vaccini a fragili e anziani e blocco dei voli da Pechino»

Per evitare che la gestione della pandemia sfugga di mano, «dobbiamo fare grande attenzione a quello che sta accadendo adesso in Cina – mette in guardia Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali e professore di malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma – e quindi adottare in tempo le misure necessarie». 

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Quali gli errori da evitare? 

«Bisogna premettere che per fronteggiare la pandemia abbiamo adottato strategie diverse rispetto alla Cina: oltre al lockdown limitato nel tempo, abbiamo dato avvio ad una campagna vaccinale estesa a tutte le persone.

Siamo avvantaggiati anche perché abbiamo usato buoni vaccini e siamo riusciti a proteggere prima la stragrande maggioranza delle persone ad altissimo rischio, e poi tutta la popolazione. E questo certamente ci mette in una condizione diversa rispetto ai cinesi». 

Ora cosa dobbiamo fare? 

«Certamente, dobbiamo continuare a vaccinarci. Sarebbe un gravissimo errore se smettessimo. Mi riferisco non solo alle persone fragili, ma a tutta la popolazione in generale. Non dimentichiamo che la circolazione virale dipende anche dal livello di vaccinazione della popolazione». 

I tamponi anti-covid negli aeroporti è una misura utile? 

«Verificare la positività di chi arriva in Italia certamente ha senso, ma non dobbiamo basare tutto su questo. Utilizzare i test anticovid e poi aumentare il sequenziamento serve soprattutto per valutare la circolazione di eventuali nuove varianti che potrebbero arrivare dalla Cina. Non basta però per gestire l’epidemia». 

Si ripropone il problema della mobilità delle persone. 

«In passato, pensare di bloccare i voli non è stata un’idea particolarmente utile. Abbiamo capito che chiudere le frontiere è sempre stata una misura complicatissima da adottare, anche perché le persone spesso arrivano in Italia attraverso percorsi che normalmente eludono la chiusura delle frontiere. Se ci fosse una situazione particolarmente drammatica, sarebbe importante che a chiudere le frontiere non sia l’Italia ma la Cina». 

In caso di rialzo dei casi, quali misure servono? 

«Dobbiamo gestire la pandemia in funzione di quello che succede, ed eventualmente ripristinare le misure di contenimento laddove si verifichi una ripresa importante dei casi. Quindi, l’uso della mascherina in luoghi chiusi o nei mezzi di circolazione all’interno della città è una misura di precauzione che va adottata. Bisogna poi stare attenti a conservare una dotazione di farmaci antivirali e monoclonali sufficienti». 

Quali parametri bisogna ancora tenere presenti? 

«Se le terapie intensive e i ricoveri in ospedale superano i livelli di soglia indicati, inevitabilmente bisognerebbe ripensare tutte le strategie che stiamo adottando. Quindi, anche le misure basate sulla fiducia e la responsabilità dei singoli, come l’isolamento, verrebbero a perdere significato. Inoltre, il tampone andrebbe rifatto nuovamente per verificare la positività prima di rientrare in circolazione. Ripeto, nel caso di una circolazione eccessiva del virus occorre adottare le misure che sono state utili finora per cercare di contenerne la diffusione».

Anche il green pass

«Quello strumento è servito sicuramente quando bisognava tenere sotto controllo la percentuale di persone che si sottoponevano alle vaccinazioni. Ma se la situazione rimane abbastanza costante, allora il green pass è una misura che possiamo anche dimenticare». 

Siamo pronti ad affrontare un eventuale aumento dei casi? 

«Quello che sta accadendo in Cina dimostra che il virus non ha perso la sua efficacia. È l’immunità che si ottiene con la vaccinazione a fare la differenza: il virus colpisce ancora in maniera forte quando trova soggetti fragili non immunizzati. La Cina dimostra dunque quanto sia stata invece efficace la politica italiana sulle vaccinazioni».

Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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