Si cercano conferme.
A scoperchiare il vaso di Pandora sarebbe stata la gara per l’affidamento della guardiania del cantiere di piazza della Libertà ad una coop. Si è partito da lì ma, giostrando con quello che sembrava un ingarbugliato cubo di Rubik, tutti i tasselli sono stati messi, passo dopo passo, al posto giusto dagli inquirenti. Di qui l’indagine sulle coop, serbatoio di voti per le ultime elezioni regionali in cambio di affidamenti per migliaia e migliaia di euro attraverso gare truccate. Poi l’arresto del ras delle cooperative sociali, Vittorio Zoccola, che con i suoi tre lunghi interrogatori ha «spiegato» il «sistema» parlando di cerchio magico e facendo nomi e cognomi di coloro che «gestiscono Salerno». Un sistema che, carte dell’inchiesta sui mercatini alla mano, va avanti da tempo anche se qualche indagine è rimasta incompiuta negli anni, dimenticata in un cassetto della procura ed ora, anche se recuperata, rischia di esaurirsi per prescrizione: quella sui mercatini del lungomare, ad esempio, ma anche quella sul villaggio di Babbo Natale. E proprio dalle carte delle inchieste ormai note emergono elementi rilevanti ma che lasciano supporre che dietro ci sia di più: diversi i personaggi coinvolti, a vario titolo, in un sistema dove politica ed imprenditoria vanno a braccetto e dove, le regole, sono spesso violate.
«Cerchio magico». Una definizione che Vittorio Zoccola, uno dei principali indagati dell’inchiesta che ha travolto il Comune di Salerno, usa spesso quando parla del presunto «sistema» in grado di macinare voti e affari. Un cerchio composto da Piero De Luca, Angelo Caramanno, Enzo Luciano, Franco Picarone e Dario Loffredo nessuno dei quali, dobbiamo ricordare, è indagato nell’inchiesta sulle coop. Lo è solo Dario Loffredo ma per il filone sui mercatini di Natale. Proprio dopo l’indicazione del «cerchio magico» fatta dall’imprenditore, iniziano gli omissis, le dichiarazioni che gli inquirenti hanno segretato per approfondimenti investigativi.
C’è anche un altro aspetto che gli investigatori della Squadra mobile stanno approfondendo, le indicazioni elettorale fatte, secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche, direttamente dal governatore a Vittorio Zoccola.Si parla di condivisione dei voti, del 70 e del 30 per cento a favore di Nino Savastano rispetto ad altri candidati. Savastano che, ricordiamo, all’epoca era anche assessore comunale e che è l’unico ancora agli arresti domiciliari, così come stabilito dal gip. Vittorio Zoccola, dopo la sua collaborazione, invece, è stato scarcerato e la misura degli arresti in carcere è stata mitigata in quella dei domiciliari.