Ostia, rissa per una donna con cacciavite e bottiglie (per un tradimento di 13 anni fa). In due ai domiciliari

Dopo 13 anni è stata una donna, vecchio oggetto del contendere tra due uomini, a scatenare lo scorso giovedì a Ostia una lite violenta che ha visto coinvolti due fratelli, Marco S. e Stefano S., e Roberto G.

Sabato 22 Luglio 2023 di Federica Pozzi
Ostia, rissa per una donna con cacciavite e bottiglie (per un tradimento di 13 anni fa). In due ai domiciliari

Certe ferite del cuore non si rimarginano mai, a differenza di quelle causate da una rissa. Dopo 13 anni è stata una donna, vecchio oggetto del contendere tra due uomini, a scatenare lo scorso giovedì a Ostia una lite violenta che ha visto coinvolti due fratelli, Marco S. e Stefano S., di 33 e 37 anni, e Roberto G., 36enne. I tre, tutti romani, sono stati processati per direttissima ieri nel tribunale penale di Roma. Per Marco e Roberto, considerati i diversi precedenti penali, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre l'altro è a piede libero in attesa del processo. Non è chiaro come sia scoppiata la rissa. In base a quanto hanno raccontato i fratelli in aula Roberto si è avvalso della facoltà di non rispondere sarebbe stato proprio quest'ultimo a dare il via alla lite, prima con insulti e minacce, poi inseguendo Marco con un cacciavite, motivo per cui Stefano è intervenuto in difesa del fratello.

Tutti e tre sono rimasti feriti, chi in maniera più grave, chi più lieve. La rissa è stata interrotta solo dall'arrivo dei carabinieri di Ostia antica.

LA DINAMICA

A spiegare al giudice che l'oggetto della lite era una donna è stato Marco, lasciato dalla giovane che poi si è fidanzata con Roberto, ed è tuttora la sua compagna. Una testimone ha raccontato ai militari di aver visto uno dei fratelli, quello con la maglietta più scura, prendere una bottiglia da terra e romperla sul volto di Roberto, che è stato portato in pronto soccorso e ne è uscito con una prognosi di 15 giorni. Mentre i due fratelli hanno rifiutato il trasporto in ospedale. Una volta arrivati in aula però è stato impossibile identificare quale dei due fosse l'aggressore armato di bottiglia, a causa del fatto che sia le magliette insanguinate sia il cacciavite erano stati sequestrati dai carabinieri.

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«Stavamo al centro della piazza con mio fratello e bevevamo birra al chiosco. Lui si è allontanato a parlare con delle persone e io stavo al telefono per lavoro. All'improvviso - ha raccontato Stefano al giudice - ho sentito delle urla e ho visto Roberto con un cacciavite in mano che andava contro mio fratello. Mi sono messo in mezzo e ne sono uscito pieno di tagli. La lotta è durata 5 minuti. L'aggressore è inciampato, l'arma da taglio è volata, si è fatto male alla faccia sbattendo per terra».
Un po' diverso il racconto del fratello. «Sono passati 13 anni, Roberto andò al letto con la mia donna. Lui ancora mi porta rancore, ma io non so neanche il perché - ha spiegato Marco in aula - Lui comprava le sigarette, mi faceva brutti gesti e mi minacciava da lontano. Io ho iniziato a urlargli di finirla perché non era la prima volta. Si è avvicinato con il cacciavite come un pazzo e io gli ho dato un cazzotto. La bottiglia l'ho rotta per allontanarlo. È durata 5 minuti la rissa, non è stata una cosa veloce». «Mio fratello l'ha immobilizzato a terra quando è caduto. Io cercavo la bottiglia per farlo scappare, non mi ero neanche accorto che era caduto. Non gliel'ho data però la bottigliata», ha concluso. Dopo essere stati processati ieri per direttissima, per Marco e Roberto il giudice ha applicato gli arresti domiciliari, mentre a Stefano, incensurato, non è stata applicata alcuna misura cautelare.

Non è la prima volta che Ostia è teatro di liti violente. Poco più di un mese fa una maxi rissa ha coinvolto sei persone. Anche in quel caso sono stati i residenti della zona, dopo aver sentito le urla, a chiamare i carabinieri. Ad avere la peggio in quel caso un ragazzo di 19 anni di origine libiche, ferito da un'arma da taglio, e un uomo di 27 anni di origini peruviane, colpito alla schiena probabilmente da una catena o da una sbarra di ferro. All'arrivo dei militari c'erano soltanto i due uomini a terra. Ma i carabinieri sono riusciti a rintracciare gli altri quattro, tutti sudamericani di 30 anni, che si erano già allontanati.

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