In Campidoglio si sono accorti che ci sono almeno dieci milioni di buoni motivi per mantenere i tavolini e le pedane installate su suolo pubblico durante l’emergenza Covid.
LE RICHIESTE AL GOVERNO
Sempre Roma Capitale, insieme con altre amministrazioni, ha chiesto all’esecutivo una norma per affrontare il nodo principale: cioè bypassare il potere di veto delle sovrintendenze, che negli ultimi due anni non hanno potuto dare parere sulle autorizzazioni. In quest’ottica, con le disposizioni ordinarie, sarà molto difficile tenere i tavolini nella zona Unesco della Capitale. In settimana si vedranno gli assessori Monica Lucarelli (Commercio), Eugenio Patanè (Trasporti) e Miguel Gotor (Beni culturali) con i rappresentanti delle sovrintendenze e della polizia locale per sbrogliare la matassa. Anche sulla spinta dei comitati dei residenti, aumentano le proteste per la cancellazione di stalli dei parcheggi (Roma ne ha persi circa un quinto negli ultimi dieci anni) e per le ripercussioni sul decoro. Ma la strada sembra già tracciata, perché i nuovi dehor potrebbero far raddoppiare l’incasso di Tosap e Cosap.
Durante la pandemia sono state montate a Roma oltre 6mila piattaforme, delle quali il 60 per cento tra il I e il II Municipio. In uno studio che circola in Campidoglio, è stato rilevato che dopo il via libera del governo le occupazioni di suolo pubblico sono aumentare del 365 per cento rispetto al passato: se restassero tutti i dehor, il gettito totale delle imposte salirebbe tra i 17 e i 20 milioni di euro contro gli oltre 8 milioni, che Palazzo Senatorio incassava prima dell’inizio del Covid. Certo, non tutte le pedane saranno mantenute: su 6mila pedane dovrebbero essere smontate quasi la metà, tra quelle che alcuni titolari hanno deciso spontaneamente di smantellare e quelle totalmente fuori legge. Perché ci sarà tolleranza zero verso i tavolini collocati vicino agli incroci stradali e alle fermate degli autobus oppure dai locali senza la licenza di somministrazione di alimenti e bevande (pizzerie al taglio o salumerie, in primis). Ma pure se fosse mantenuta la metà delle piattaforme, il Campidoglio quest’anno potrebbe incassare almeno 10 milioni in più attraverso il pagamento di Cosap e Tosap. Soldi ai quali, in questo momento, è difficile rinunciare.