Mestre. Polisportiva Terraglio, parcheggio a rischio chiusura. L'allarme: «Per noi disabili la fisioterapia qui è vitale, come faremo»

Domenica 7 Maggio 2023 di Elisio Trevisan
Polisportiva Terraglio, parcheggio a rischio chiusura. L'allarme: «Per noi disabili la fisioterapia qui è vitale, come faremo»

MESTRE - «Già adesso non c'è posto, ed è così da tempo. Se chiudono anche questo parcheggio, soprattutto per noi disabili sarà la fine». Basta andare fuori della Polisportiva Terraglio in via Penello, e parlare con gli utenti della palestra, della piscina e del centro riabilitativo, per capire com'è la situazione.

Oltre al parcheggio da circa 200 posti che l'imprenditore Beppino Maccatrozzo minaccia di chiudere perché da dieci anni aspetta dal Comune un permesso di costruire sette biville e alcuni condomini, ci sono altre due piccole aree di sosta, una comunale vicino al campetto da basket e una attorno alla scuola da una ventina di posti ciascuna ma quella della scuola ha limitazioni perché c'è il pulmino che si deve girare.

IL PARK 

«L'attività riabilitativa è fondamentale per la nostra vita, e ormai nel territorio Veneziano ne sono rimaste solo due, questa e quella della Riviera del Brenta a Mira» raccontano i disabili che stanno per entrare negli spazi della Polisportiva e della Fisiosport: «Ogni giorno è un problema sistemare l'auto e per molti di noi è impossibile muoversi con i mezzi pubblici, per cui, invece di chiudere il parcheggio, avremmo bisogno di nuovi spazi. L'Amministrazione comunale dovrebbe pensarci e non lasciare una realtà del genere in queste condizioni». Davide Giorgi, il presidente della Polisportiva Terraglio, non entra nel merito della diatriba tra Comune e privato ma è certo che «l'Amministrazione ha tutti gli strumenti per trovare una soluzione. Deve tenere conto che qui ospitiamo tra i 400 e i 600 disabili e altre 800 persone che fanno attività sportive. Il nostro è diventato polo di riferimento per la parte riabilitativa e siamo gli unici per l'idroterapia, l'unica piscina accreditata della zona. Oltre a noi, com'è noto, parcheggiano negli stessi posti i genitori di 250 bambini e ragazzini dell'asilo nido Pollicino, dell'elementare e della media Trentin e Fusinato». Giorgi afferma che Maccatrozzo avrà le sue ragioni anche se, ricorda, l'imprenditore mise a disposizione il terreno del park ma fu la Polisportiva a mettere i soldi per attrezzarlo, tra i 40 e i 50 mila euro spesi nel 2014 nell'attesa che il Comune si muovesse: «Già, fu così dato che l'impianto sportivo che prendemmo in gestione era nato senza posti auto e, visto che si stava sviluppando, rischiava di restare paralizzato. Lo stesso rischio che corre oggi».

I RICORSI

Maccatrozzo, prima di minacciare di chiudere la sua area che aveva concesso alla Polisportiva oltre dieci anni fa per farne parcheggio, ha presentato due ricorsi al Tar che, però, sono fermi da due lustri; inoltre, sempre come contropartita di beneficio pubblico da 7 milioni di euro per ottenere i permessi a costruire, ha speso 1,2 milioni di euro per acquistare un terreno dove costruire la strada di accesso alla lottizzazione che non ha mai potuto realizzare, ha comprato un campetto da calcio per la chiesa, ha speso decine di migliaia di euro per professionisti e pratiche. Il Piano di coordinamento preventivo (Pcp) con il quale il Consiglio comunale approvò la lottizzazione vicino alla Polisportiva e al complesso scolastico risale ai primi mesi del 2014 sotto la Giunta Orsoni e il commissario Zappalorto, e da allora l'Edilizia Privata, nel frattempo passata sotto le Amministrazioni Brugnaro 1 e 2, continua a non rispondere alle sollecitazioni di Maccatrozzo, degli architetti e dei legali, da dieci anni per un permesso dovuto.

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