Reddito, caos circolari: niente lavoratori utili per Anagrafe e sociale

Mercoledì 12 Giugno 2019 di Lorenzo De Cicco
Reddito, caos circolari: niente lavoratori utili per Anagrafe e sociale

Il reddito c'è, i lavoratori socialmente utili ancora no. Anche se avrebbero dovuto essere all'opera già da fine mese e quanto all'utilità, il Campidoglio ne avrebbe davvero un gran bisogno, per rimpolpare i servizi annaspanti, dall'Anagrafe al sociale, dalla raccolta differenziata alle pratiche di Affittopoli che ammuffiscono negli archivi. Non a caso l'amministrazione di Virginia Raggi - tra le poche in Italia - si era mossa subito, poche settimane dopo l'entrata in vigore del decreto legge sul sussidio di cittadinanza che prevedeva, per buona parte dei beneficiari del reddito, l'obbligo di dedicare alcune ore della settimana - 8 al massimo - ad attività utili per la collettività, tutte stabilite dal Comune.

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Palazzo Senatorio, per una volta, aveva giocato d'anticipo, mettendo al lavoro un pool dedicato, per capire dove concentrare gli sforzi di questi (inaspettati) «assistenti civici». Non proprio rimpiazzi dei dipendenti comunali - la legge del resto non lo consentirebbe - ma rinforzi comunque utili per oliare una macchina amministrativa nota per l'inefficienza e le sue movenze pachidermiche. Al dossier, da mesi, hanno lavorato esperti del Campidoglio - tecnici e politici - e anche alcuni parlamentari del M5S eletti a Roma. Già a marzo era stata buttata giù una bozza coi progetti per impiegare chi riceve il reddito.

LO STALLO
Il problema? Per definire gli incarichi serve che il Ministero del Lavoro sforni una circolare attuativa. Una direttiva che spieghi gli ambiti in cui i beneficiari possono essere messi all'opera. Il decreto entrato in vigore il 29 gennaio, difatti, è molto vago. Si parla solo di «progetti a titolarità dei comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni». Avrebbe dovuto fare chiarezza il Ministero guidato da Luigi Di Maio. La circolare però in Comune non è mai arrivata. Come confermano sia i tecnici del Campidoglio, sia i sindacati della funzione pubblica, che seguono da vicino la faccenda.
Eppure c'era una scadenza. Tutto avrebbe dovuto essere pronto «entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto». Cioè il 30 giugno. Invece la dead line andrà sicuramente a vuoto. Anche se il Ministero sfornasse domattina la circolare, ci vorrebbe comunque parecchio tempo per allestire progetti che interesserebbero, secondo i calcoli di alcuni sindacati, circa 15mila addetti. Anche dando la massima priorità ai lavori socialmente utili, ci vorrebbe almeno «un mese-un mese e mezzo», spiegano dal Campidoglio. Senza contare poi che con l'estate, da luglio ad agosto, gli uffici comunali si spopolano con le ferie. E si lavora di conseguenza a ritmi molto più blandi. Insomma, si prevedono tempi lunghi.

In Comune le idee non mancano. Si pensa di sfruttare i beneficiari del sussidio come assistenti agli sportelli dell'Anagrafe - quelli super-ingolfati per le carte d'identità elettroniche - o per pulire le scuole, per assistere disabili e anziani. O ancora per smistare le pratiche degli immobili comunali, per dare informazioni nei quartieri dove arriverà la differenziata porta a porta. Ma senza la circolare del Ministero, resta solo uno schema.
Anche i sindacati sono preoccupati. «Ci aspettiamo che il Ministero acceleri l'iter dei decreti attuativi che ancora mancano all'appello altrimenti questa misura voluta fortemente dal governo non produrrà alcun risultato concreto», dice Natale Di Cola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio. «Tanti problemi restano, dai sistemi informativi, alle sedi alla mancata formazione del personale».

Per la Cgil, «bisogna fare presto anche per potenziare i centri per l'impiego del Lazio». Proprio ieri la Regione ha fatto sapere ai sindacati che entro fine mese sarà pubblicato il bando per reclutare 355 addetti dei centri. 

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