Su tavolini e occupazioni di suolo pubblico, in Campidoglio, è ancora fumata nera. Tutto rimandato a questa mattina. Gli esercenti, per ora, incassano le decisioni della Regione che ha fatto saltare, superando le disposizioni di Palazzo Senatorio, il limite massimo per la chiusura, previsto alle 21.30 da una recente ordinanza della sindaca Virginia Raggi. Con il rispetto delle norme di contingentamento e distanziamento, si potrà continuare tranquillamente a servire pasti, pizze, gelati e bevande dopo quell'ora. E cantano vittoria anche i centri commerciali: sempre il Comune ha chiarito che i grandi store «non assoggettati alle fasce orarie dell'Ordinanza». Risultato, non ci sono limiti e a Roma un negozio di abbigliamento in Centro deve aspettare tra le 11 e le 11.30 per aprire, mentre può avviare l'attività già alle 7 e alle 8 in un mall.
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Tornando agli spazi dove collocare i tavolini, il Campidoglio giorni fa aveva annunciato un'ordinanza per velocizzare i tempi. Ma alla fine si procederà con una delibera che però dovrà passare per l'Aula Giulio Cesare, essere approvata da una maggioranza che appare spaccata anche su questo, e poi entrare in vigore. I tempi, dunque, per ottenere fino al 35% di suolo pubblico, si allungano. Forse l'ultima parola arriverà oggi dopo la pubblicazione del decreto Rilancio, che prevede una norma in deroga alle disposizioni delle Soprintendenze e che rifonde i Comuni per il mancato incasso della Cosap. L'amministrazione, infatti, sta aspettando le direttive nazionali. Intanto la Virginia Raggi ha annunciato, a Sky Tg24, che non tutto il suolo di Roma sarà ricoperto da tavoli e dehors. «Il Centro storico è patrimonio Unesco, abbiamo una serie di monumenti che dobbiamo tutelare, per questo stiamo mettendo delle piccolissime prescrizioni per evitare che i tavolini arrivino dentro Fontana di Trevi. Un minimo di buon senso».
TUTELATI I MONUMENTI
Dal punto di vista tecnico, i tavolini non potranno comparire ai piedi della Fontana dei Quattro fiumi o davanti al Colosseo.