Turismo, il centro di Roma è fermo, a giugno ripartenza per un hotel su 3

Mercoledì 20 Maggio 2020 di Lorenzo De Cicco
Turismo, il centro di Roma è fermo, a giugno ripartenza per un hotel su 3

I caffè di via Veneto sono quasi tutti chiusi, i dehors imbullonati sul marciapiede assomigliano a certi chioschi da spiaggia durante i mesi invernali, mesti e vuoti; per trovare un abbozzo di coda da queste parti tocca addentrarsi in qualche traversa interna, per esempio da Modafferi, il parrucchiere delle dive che ha appena riaperto.

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Per il resto, in ogni strada del centro di Roma c’è una linea di saracinesche tirate giù. «Qui è come se fossimo ancora nella fase 1», dicono i pochi negozianti che hanno provato a rialzare la serranda. «Ma senza turisti...». È questo il punto. Nel cuore dell’Urbe, che in dieci anni ha perso quasi un terzo dei suoi abitanti, più che la ripartenza si aspettano le partenze.

Dall’estero, dai grandi aeroporti, ma anche, per quest’estate, dal resto dello Stivale. Si punta sui visitatori italiani, per riattivare un giro d’affari che ha nel turismo il suo perno, per ora, impareggiabile.

50MILA CAMERE VUOTE
In tutta la città, abituata a 30 milioni di presenze l’anno, così dice l’ultimo bollettino pubblicato dall’Istat a novembre, oggi sono aperti 40 alberghi su 1.042. Meno di 250 camere occupate su 50.699. Questo dicono i report di Federalberghi. Che prevede, a partire dal 3 giugno, quando si potrà viaggiare di nuovo non solo fuori regione ma anche all’estero, la riapertura del 30% degli hotel romani.

Per settembre-ottobre, la prospettiva è che si arrivi al 50%. «In autunno - dice il presidente dell’organizzazione, Giuseppe Roscioli - ci aspettiamo un primo vero accenno di ripresa, quando dovrebbero riprendere i voli intercontinentali: dalla Cina, dagli Usa, dal Sud America, dal Giappone, dal Sud Est Asiatico. Fino a quel momento, il turismo nazionale non potrà davvero offrire un volume d’affari sostenibile per chi apre». Per l’estate 2020, si pensa a prenotazioni nel 20% delle strutture che via via torneranno operative. In epoca pre-Covid, di norma, si arrivava all’80%. «Alcuni studi pubblicati negli ultimi giorni - prosegue il presidente di Federalberghi Roma - ipotizzano che il turismo possa tornare ai livelli pre-virus solo nel 2023; noi contiamo di assistere a una ripresa significativa da marzo 2021. Che è comunque lontano».

DEHORS DESERTI
Non va meglio ai ristoranti. A Borgo Pio da lunedì sono rispuntati i tavoli sui sampietrini, ma anche coi coperti dimezzati per le nuove distanze Covid, avevano quasi tutti i tovaglioli ben piegati e i bicchieri all’ingiù: liberi, senza l’ombra di un cliente. All’osteria “da Fortunata”, Campo de’ Fiori, dove di solito tocca pazientare minimo mezz’ora in fila (non accettano prenotazioni), un solo tavolino occupato, all’ora di pranzo. Tutt’intorno, tovaglie ammainate e portoncini sbarrati nei locali. I numeri dei rioni storici sono questi: quasi il 90% dei ristoranti è rimasto chiuso.


Ancora peggio che nel resto dell’Urbe, dove secondo i calcoli della Confesercenti Fiepet (federazione italiana esercenti pubblici e turistici), lunedì ha riaperto solo il 35% di trattorie, pizzerie e locande gourmet. E i bar? Al 75% hanno ripreso con caffè e cornetti. «Ma gli incassi - spiega Valter Giammaria, presidente della Confeserenti di Roma - sono comunque bassi». Il 25% rispetto a prima. E se il Centro soffre più del resto della Capitale, a Roma le cose vanno peggio rispetto alla media italiana dove, sempre secondo le stime della Fiepet, si è riattivato il 45% dei ristoranti e l’80% dei bar. «La verità è che in Centro il volume d’affari del 70% dei negozi dipende marcatamente dalla presenza dei turisti», riprende la Confesercenti.


MONUMENTI E MUSEI
Da gioiello ammirato e paparazzato da sterminate frotte di visitatori, il Centro di Roma «rischia di diventare un problema, se non si interviene subito, il crollo dei turisti va affrontato», incalza Lorenzo Tagliavanti, il presidente della Camera di Commercio. Da dove ripartire? «Dal patrimonio storico e artistico inimitabile, dai musei, dai capolavori di Roma: da tutta Italia possono venire ad apprezzarli, magari stavolta con più ordine e meno file».

Ieri hanno riaperto i musei capitolini e la Galleria Borghese, due giorni fa la Galleria d’Arte moderna. Dal 28 maggio si potrà tornare a passeggiare tra i marmi del Colosseo. A giugno toccherà ai Musei Vaticani. Per aiutare il settore, la Regione Lazio ha messo sul piatto 20 milioni di euro. Aiuti a fondo perduto. «Ne potranno beneficiare alberghi, B&B, case vacanze, guest house, campeggi, agenzie di viaggio, tour operator - spiega l’assessore al Turismo, Giovanna Pugliese - Ma lo sforzo vero sarà attrarre flussi di visitatori dal resto del Paese: sarà probabilmente una strana estate molto italiana. E bisogna mettere le bellezze di Roma e del Lazio al centro». 
 

Ultimo aggiornamento: 02:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA