In un giorno nel Lazio sono stati eseguiti 14.358 tamponi molecolari, il 50 per cento in più di quelli che venivano fatti in 24 ore solo un mese fa, addirittura il 600 per cento in più di due mesi fa. Eppure, questo passaggio dai 2.600 test al giorno in agosto ai quasi 14.500 di ieri, ha un costo: il sistema dei drive in non riesce a reggere all'onda d'urto, quando meno ad assicurare il servizio in tempi ragionevoli, soprattutto a Roma.
Spiegano nella Tuscia: «Ci sono in queste ore arrivi esterni al drive-in di Viterbo (da Roma, ma anche dalla vicina Umbria, che ha avuto alti numeri negli ultimi giorni) che però vengono respinti per non saturare il carico dei test dei viterbesi, molto alto rispetto alla capacità attuale di processarli». Bisogna evitare che passi il messaggio che da Roma si può andare a Viterbo a eseguire il tampone, altrimenti il sistema locale finisce nel caos. Nel Viterbese più di un caso in trasferta da Roma è stato segnalato. Restando nella parte settentrionale del Lazio, da Rieti raccontano: i test molecolari si effettuano al drive in della Asl, se ne fanno in media 150 al giorno con risposte nel giro di 48 ore. Non ci sono al momento migrazioni da fuori, ma la Asl sta studiando la possibilità in tempi brevi di organizzare drive in nelle zone di confine con Roma, ovvero Passo Corese e Osteria Nuova, per rispondere al sovraccarico della Capitale. Nel sud del Lazio nella provincia di Latina, a causa dell'incremento dei casi positivi, è stato istituito un mini lockdown (in realtà si tratta di limitazioni leggere, come la chiusura a mezzanotte dei pub e ristoranti); i drive in sono già sotto stress per i tamponi a tutti i contatti di alcuni cluster, dunque qui non c'è margine per accogliere i romani. A Frosinone, più di un caso di romani in trasferta per il tampone è stato segnalato, magari tra coloro che hanno parenti nella Ciociaria. Discorso differente, infine, per quei drive in di confine che, formalmente, hanno sede fuori dai confini del Comune di Roma, ma che poi attirano anche persone dalla Capitale, come la mega postazione del parcheggio lunga sosta dell'aeroporto di Fiumicino, aperta 24 ore su 24.
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Reazione
Bene, ma cosa si può fare per ridurre file e attese? La Regione Lazio, che comunque ha voluto portare a 15mila tamponi giornalieri la mole di test per contrastare l'aumento di positivi, ha già chiesto la collaborazione di medici di famiglia e pediatri che, su base volontaria, potranno eseguire nei loro studi i tamponi antigenici rapidi, in modo da ridurre l'impatto sui drive in. Inoltre, c'è stata la corsa ad aprire nuove strutture: ora sono 50 i drive in, l'ultimo è stato attivato ieri all'aeroporto di Guidonia, domani partiranno, ma su prenotazione, quelli del Cristo Re (pedonale) e dell'Idi a Roma. E poi Tarquinia, Ladispoli, Gaeta, Monterotondo Scalo e Labico. Martedì Albano, mercoledì Civita Castellana. C'è però un paradosso, si tratta di un fenomeno che si auto alimenta: con più drive in, fai più tamponi; con più tamponi, trovi più positivi; con più positivi, individui più contatti stretti a cui devi fare il tamponi. E dunque le file si allungano. Tuttavia, il potenziamento va fatto se si vuole evitare che il contagio vada fuori controllo.
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