Lazio, posti letto raddoppiati e medici precettati: ecco il piano anti-virus

Martedì 3 Marzo 2020 di Francesco Pacifico
Posti letto raddoppiati e medici precettati: ecco il piano anti-virus

Portare a un migliaio, e in tutto il Lazio, i posti letto di terapia intensiva per curare i pazienti affetti da coronavirus. Rivedere, in attesa di nuove disposizioni dal governo e di un aumento dei casi, le procedure per la prima diagnosi. Cioè quella fatta con il tampone, oggi indirizzata soltanto a quei soggetti che provengono dalle zone a rischio o sono entrati in contatto con persone già infettate. Il piano non è stato ancora ultimato, ma la Regione avrebbe già definito le linee per una piattaforma per gestire l'emergenza, se il numero dei casi - nelle ultime ore siamo saliti a dieci - continuasse a crescere.

In quest'ottica ieri si è tenuta negli uffici di via Cristoforo Colombo una riunione tra l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, i membri dell'unità di crisi del Lazio, i direttori generali delle strutture sanitarie locali e i rappresentanti della medicina di base. Duplice l'obiettivo: fare il punto sullo stato dell'arte e rafforzare la collaborazione tra le diverse realtà e i diversi livelli.

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RICERCA
Come detto, le misure non sono state ancora definite, ma la Regione sta vagliando con tutti i nosocomi del Lazio dove trovare ulteriori posti letto nei reparti di terapia intensiva e di malattie infettive oltre agli attuali 543, ai quali si aggiungono 200 di subintensiva. L'obiettivo è arrivare in tutto il territorio regionale a quota mille. In quest'ottica si sta guardando soprattutto alle divisioni di pneumatologia e di terapia intensiva neonatale. Per quanto riguarda le strutture, soltanto su Roma, sarebbe stata chiesta una maggiore disponibilità - per esempio - al Policlinico Umberto I, al San Camillo e al Gemelli. Ma non saranno le uniche strutture. Parallelamente, e sul fronte delle malattie infettive, si ipotizza di reperire altri 700 posti nei vari ospedali presenti nel Lazio.

PROTOCOLLI
Mentre si chiede a medici e infermieri totale reperibilità - in alcune strutture a loro è stato ricordato che saranno i carabinieri a fare i controlli - nel piano regionale dovrebbero essere confermate tutte le procedure per la sanificazione dei luoghi dove sono passati i pazienti che hanno contratto il virus e i presidi per i controlli nelle aree di accesso della Capitale come l'aeroporto di Fiumicino e la stazione Termini. Sempre in capo alla Regione dovrebbe nascere una centrale unica per l'acquisto e la fornitura agli ospedali dei cosiddetti dispositivi di protezione individuale, cioè mascherine, tute, kit e detergenti. Intanto - se come temono gli esperti, l'epidemia oggi in fase iniziale registrasse una crescita esponenziale - si sta valutando anche se ampliare le procedure per la prima diagnosi. In quest'ottica, ma soltanto dopo il via libera del ministero della Salute, si starebbe decidendo se continuare con la misura di far fare i tamponi a soltanto a chi viene dalle zone a rischio. «Se aumentano i casi nel nostro territorio - spiegano dalla Regione - non ha senso limitarsi a quel tipo di verifica». Di conseguenza, si sta ipotizzando di estendere questa modalità anche alle persone che presentano che potrebbero essere causati dal Covid-19.
 


Intanto, già domani, le aziende sanitarie del Lazio dovrebbero presentare in Regione i loro piani operativi per predisporre tutte le modalità d'intervento con le strutture controllate dalle stesse Asl e i presidi di medicina generale, quelli che una volta si chiamavano medici in base. In quest'ottica ieri ci sono tenute molte riunioni nelle principali aziende della Regione: vuoi per fare il punto sullo stato dell'arte, vuoi per ottimizzare i livelli d'operativa e gli scambi d'informazione tra tutti i soggetti coinvolti: come si gestiscono i casi sospetti, la creazione di percorsi dedicati nei pronto soccorso, la segnalazione e le prime cure dei soggetti che hanno contratto il virus. Questi piani dovrebbero mettere nero su bianco quanto si sta facendo in queste ore, confermando le disposizione dei Dpcm e delle ordinanze finora emesse. Al centro, come struttura che coordinerà tutte queste attività, ci sarà sempre l'Istituto Spallanzani.
 

Ultimo aggiornamento: 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA