Coronavirus, voli cancellati e disdette: tagliano Lufthansa e Ryanair. E negli hotel 90% di rinunce

Martedì 3 Marzo 2020 di Roberta Amoruso
Coronavirus, voli cancellati e disdette: tagliano Lufthansa e Ryanair. E negli hotel 90% di rinunce

L'impatto sarà «drammatico» per le prenotazioni aeree. Soprattutto per quelle che riguardano l'Italia. Ecco perché l'Air Transport Association (Iata) chiede di bloccare fino a ottobre le attuali regole sull'allocation delle slot che impongono ai vettori l'operatività di almeno l'80% delle fasce orarie disponibili, pena la perdita dei diritti. Paletti quasi impossibili da rispettare in un clima di emergenza che ha spinto ieri a una nuova stretta sui voli verso il nostro Paese. Perché anche dove non c'è la preoccupazione per il diffondersi dell'epidemia - come negli Usa - c'è la necessità di adeguarsi al crollo della domanda. Dopo gli stop ai voli per Milano di American Airlines e Delta, correggono voli l'operativo Ryanair (cancellato fino al 25% dei voli italiani a breve raggio dal 17 marzo all'8 aprile), Latam (sospesi i voli tra San Paolo e Milano fino al 16 aprile) e Lufthansa, che con Brussels Airlines e Austrian Airlines ha ridotto fequenza dei voli e posti disponibili. Ma c'è anche l'Uzbekistan Airlines a sospendere i viaggi per Roma. Stessa rotta con voli ridotti aveva già imboccato British Airways, in linea con Turkish Airlines e Iberia. Nuove perdite da aggiungere a un bilancio già pesante. Basti dire che l'Aeroporto di Fiumicino ha in bilancio 50 mila transiti in meno da gennaio. Perfino Alitalia è costretta a una dieta su 38 rotte. Una fotografia amara del turismo andato in fumo e anche di quello potenziale delle prossime settimane di fatto compromesso. La cartina di tornasole dei numeri impressionanti che da giorni denunciano alberghi, tour operator e agenzie di viaggio. Gli ultimi dati sulle settimane bianche non sono che la conferma.

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NEVE
Fioccano le cancellazioni, denuncia infatti Federalberghi. Da Cortina a Courmayeur, da Canazei al Sestriere, sembra che sia cresciuta alle stelle la preoccupazione tra gli sciatori. E non c'entra soltanto la paura dei contagi. Molti stranieri temono di essere messi in quarantena al rientro in patria anche quando non c'è una vera ordinanza, come in Romania. La situazione è particolarmente grave sulle montagne del Piemonte dove le disdette sono ormai tra il 70% e il 90%. Ma l'andamento è da bollino rosso ovunque sulle Alpi. In Valle D'Aosta, in Lombardia, in Trentino, in Veneto, un pò ovunque si rischia il collasso.
Il presidente di Federalberghi Trentino, Gianni Battaiola, prevede a marzo oltre il 50% delle disdette. L'effetto delle gite scolastiche, certo. Ma si fa sentire anche lo stop dei turisti stranieri che rappresentano in genere metà del mercato di marzo. «Purtroppo, non ci sono distinzioni: tutto il Nord Italia viene visto come un posto a rischio e addirittura tutta l'Italia». Del resto, aggiunge Battaiola, «ci sono Paesi come Israele, Polonia, Russia, Repubblica Ceca, Bulgaria che sconsigliano ai propri concittadini di venire perché potrebbero essere messi in quarantena». Ancora peggio la Romania, dove sembra che non vengano rimborsate le spese mediche se un cittadino viene in vacanza in Italia e si ammala di coronavirus». L'unica consolazione sono gli italiani, lombardi e veneti, che approfittano delle scuole chiuse. Gli albergatori piangono anche in Piemonte a Bardonecchia così come al Sestriere e in tutto il comprensorio della Via Lattea. «Gli annullamenti quando va bene sono al 70%», osserva Alessandro Comoletti presidente di Federalberghi Piemonte, una Regione molto battuta da inglesi e russi. In Lombardia, le cancellazioni sono fra il 30 e il 35%. «La scorsa settimana abbiamo tenuto», spiega invece Roberta Alverà, presidente di Federalberghi Cortina, ma adesso il calo è «notevole». E mentre la Valle d'Aosta pensa a offerte speciali per limitare i danni, la Sicilia già si attrezza per l'estate: chi prenota entro aprile non avrà la penale di cancellazione. Anche la Capitale fa il conto delle perdite: per marzo si registrano cancellazioni fino al 90%. E le rinunce per giugno sono altissime. Per ora la psicosi da coronavirus ha vinto.
 

Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA