Roma, l'estate degli incendi, ecco la mappa delle baraccopoli a rischio incendi

Domenica 9 Luglio 2017 di Raffaella Troili
Roma, l'estate degli incendi, ecco la mappa delle baraccopoli a rischio incendi

E' l'estate degli incendi da record, un bollettino che supera ogni giorno centinaia di interventi dei vigili del fuoco. Le sterpaglie, complice la siccità, sono la prima causa dei roghi, a questo punto basta pochissimo per accendere la miccia, su un ciglio della strada, come nei campi. Spesso una volta spento l'incendio i pompieri scoprono la presenza di baraccopoli, mini insediamenti, non c'è mai nessuno, quindi i vigili non sono in grado di stabilire «se le fiamme sono partite da dentro il campo o l'hanno raggiunto, se quegli alloggi di fortuna sono stati coinvolti o sono stati la causa del rogo».
RESTI DI BIVACCHI
Baracche a cielo aperto costeggiano il fiume Tevere come l'Aniene, si celano nelle ville storiche come villa Ada e nei giardini più nascosti. Nell'ultimo incendio pochi giorni fa al Gazometro hanno scoperto altri alloggi di fortuna, tendopoli in mezzo a un canneto andato distrutto. Non c'era nessuno. Anche stavolta. «Sono un problema, specie se in mezzo alle sterpaglie, certo non sappiamo mai se chi era lì ha partecipato ad attivare l'incendio o l'ha subito. Solo quando vai a spegnere ti accorgi che nella macchia mediterranea, nei campi, nella pineta si nascondevano quelle baracche, tendopoli abusive».
Sono il rifugio di persone ai margini, che si nascondono e che spariscono immediatamente. Fantasmi di cui si scopre l'esistenza proprio in occasione di un incendio. Finite le fiamme restano gli scheletri dei loro alloggi di cartone e altri materiali e i resti dei loro bivacchi. «Laddove sono presenti questo tipo di agglomerati il rischio si alza in maniera esponenziale - spiega Carlo Rosa, responsabile della Protezione civile regionale - anche perché spesso c'è all'interno un'attività, una cucina, il rischio incendi è evidente, quando interveniamo troviamo sempre tante bombole di gpl: credo che non ci sia nulla di più pericoloso in giro». Non è un'accusa, «queste persone vanno comprese, devono pur sopravvivere, ma le bombole sono un pericolo vero. Insomma, sì, gli insediamenti abusivi incidono molto sul nostro lavoro. Basta pensare alla storia di Castel Fusano: la maggior parte dei problemi li abbiamo avuti per le baracche». E il problema resta.
UN'INVASIONE
Anche quest'anno, nell'estate degli incendi record le tante tendopoli abbandonate, spesso trasformatesi nel tempo in cumuli di rifiuti, stanno contribuendo all'aumento dei roghi. Il territorio di Roma e provincia è pieno di baracche e manufatti pericolosi specie se all'interno ci sono bombole del gas. Chi è all'interno viene allontanato ma poi ritorna, sono oltre 260 le baraccopoli degli invisibili, dal greto del Tevere a Monte Mario, dalla Giustiniana a Pineta Sacchetti, da Torre Spaccata al centro. Favelas dove si accumulano montagne di rifiuti, da dove partono i roghi tossici «ci chiamano gli abitanti, si lamentano del fumo e del cattivo odore, che vengono dai campi, come Salviati, Candoni, Barbuta». Bruciano il rame, i vigili arrivano, spengono l'incendio, altro non possono fare.
(3.fine)

Ultimo aggiornamento: 16:19