Roma, città assediata dai roghi: tra le ceneri spuntano i resti delle baraccopoli

Domenica 9 Luglio 2017 di Alessia Marani
Roma, città assediata dai roghi: tra le ceneri spuntano i resti delle baraccopoli

Emergono i resti di un'enorme baraccopoli tra le macerie lasciate dall'incendio scoppiato sabato a Torre Spaccata e che i vigili del fuoco hanno finito di bonificare solo domenica pomeriggio. Durante la notte altri focolai avevano ripreso tra le sterpaglie bruciate a ridosso della Palmiro Togliatti, all'altezza di viale dei Romanisti. L'aria è rimasta irrespirabile in tutto il quadrante Est, da Centocelle a Cinecittà, e molti residenti hanno preferito lasciato le proprie case per andare a dormire da partenti e amici. 
Carcasse annerite di vecchi elettrodomestici, reti metalliche, lamiere contorte e quintali di rifiuti andati in cenere: ecco come si presenta l'area dopo che i pompieri sono andati via. "C'è chi ha dato colpa ai rom accampati per il rogo che è esploso - dice Annamaria, da trent'anni residente nel quartiere - ma anche loro hanno perso tutto e hanno rischiato di morire. L'incendio, piuttosto, sembra essere partito da più lontano. Non vorrei che fosse stato l'atto di un piromane folle che, a modo suo, intendeva fare una drammatica pulizia. Le forze dell'ordine indaghino".

 

L'AUTODEMOLITORE DI PIETRALATA
I resti di un'altra baraccopoli, invece, potrebbero essere all'origine o, comunque avere complicato le operazioni di spegnimento, del rogo esploso martedì scorso alla Romana Autodemolizioni di via di Pietralata. Un'impresa gestita prevalentemente da donne, mamma e tre sorelle, ora alle prese con una difficile ricostruzione. Anni fa, a ridosso dell'Aniene, il Comune aveva proceduto a un maxi-sgombero dell'ennesima favela sorta nella vallata. "Era il 2012, la Questura - spiega Sandra Bucci, una delle titolari - ci chiese se potevamo aprire i nostri cancelli per fare passare uomini e mezzi. Non solo. All'ultimo minuto la ruspa non era più disponibile e allora acconsentimmo a usare il nostro braccio metallico "ragno" per rimuovere le baracche. Aiutammo per quanto ci fu possibile, poi però l'Ama da allora non è mai passata a rimuovere quell'enorme cumulo di macerie che avevano lasciato accatastate accanto alla nostra autodemolizione. Nel frattempo era stata pure ricoperta da una fitta vegetazione". Sandra mostra le foto: eccola la montagna di rifiuti incenerita, a ridosso del lato sinistro dello sfascio. Parte da cui potrebbe essere partita la miccia e che ha reso più facile il propagarsi delle fiamme.

NORME DI SICUREZZA E INDAGINI
"Se i vigili del fuoco hanno impiegato solo due ore per domare un rogo che ha coinvolto oltre 150 auto - dicono alla Romana - vuol dire che avevamo fatto davvero di tutto per essere in regola con percorsi tagliafuoco e provvedimenti antincendio. Rimane l'amaro perché tutto intorno a noi, terreni comunali compresi, è stato lasciato in stato di abbandono esponendo noi e il quartiere a un grave pericolo". Dei due operai rimasti feriti perché ustionati alle mani, uno, un egiziano di 26 anni, "Tito", è ancora ricoverato ma le sue condizioni sono in via di miglioramento e tra qualche giorno potrà tornare a casa; l'altro, Moreno V. 28 anni, di Guidonia, è stato dimesso. 
Sull'incendio è stata aperta un'inchiesta. L'area interessata dal rogo è sotto sequestro, i primi rilievi della Scientifica farebbero pensare che la scintilla sia partita dall'esterno. 


 

Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA