Sandra Milo, l'addio dei suoi ammiratori al Campidoglio: «Grande attrice e donna libera, un esempio»

Fan in fila per l'ultimo saluto all'artista scomparsa

Martedì 30 Gennaio 2024 di Luisa Urbani
Ammiratori davanti al feretro di Sandra Milo in Campidoglio

«Siamo qui perché Sandra era una grande attrice, ma prima di tutto una grande donna. Una donna vera». La chiamano per nome come fosse una loro amica, nonostante non l’abbiano mai conosciuta. Sono le decine e decine di ammiratori di Sandra Milo, morta ieri a Roma, che oggi hanno deciso di renderle omaggio nella sala della Protomoteca del Campidoglio.

Un via vai di persone. Giovani e meno giovani. Studenti, lavoratori e pensionati. Sono arrivati da tutta Italia per dire addio alla «donna straordinaria» che considerano una «madre, amica e sorella» come racconta Claudia, ancora con gli occhi lucidi, dopo essere uscita dalla camera ardente. Non l’hanno mai vista dal vivo, ma la reputano «una di famiglia» aggiunge Maria, che ha visto tutti i suoi film. «Abbiamo imparato a conoscerla sullo schermo. Dal grande al piccolo. Ha sempre dato l’idea di una persona umana. Disponibile con tutti» dice Carlo Poggesi mentre, ancora con il fiatone, entra nella sala. Le scale per arrivare fino alla camera ardente sono molte, ma non scoraggiano gli ammiratori dell’attrice dei capolavori di Fellini, come sottolinea Angela Gavarra che di anni ne ha 75 ma ha fatto di tutto per esserci: «Non dimenticherò mai la sua risata gioiosa, la sua bellezza e soprattutto la sua libertà». Libertà è la parola che quasi tutti i fan associano all’attrice. «Una donna libera che è stata un esempio per tutte noi» afferma Carla.

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LA DONNA ICONA

Tante, tantissime le donne che, in una sorta di “pellegrinaggio” commosso e composto, hanno salutato l’attrice perché «Sandrocchia era una di noi. Era un esempio di libertà per tutte. Una donna libera che si è battuta per le donne» dice Silvia Zacchi mentre sale le scale con in mano un mazzo di margherite bianche e rosa: «Sono un omaggio per lei». «Era una persona vera, che ha costruito la vita che voleva. È questa la cosa che ho sempre apprezzato: l' essere una donna indipendente e orgogliosa della sua vita. Si ritagliò la libertà di essere tutto ciò che voleva»sottolinea Alessandra, che è arrivata alla camera ardente insieme alla sorella Lida che ricorda l’attrice come una persona «sempre ottimista e solare, icona di una femminilità prorompente». «Era sempre allegra. Vederla in tv mi metteva tanta gioia. Riusciva a far ridere tutti con la sua semplicità. Appena l’ho saputo mi sono detta: la prima cosa che devo fare è andare a salutarla» dice commossa Vincenza mentre si asciuga le lacrime. Sono arrivati da ogni zona di Roma, ma anche da varie parti di Italia, come Roberta che abita a Verona. «Peccato non averla conosciuta, la amavo molto». «Una bruttissima notizia, sto soffrendo come se avessi perso un familiare» ammette Sandra, che con l'attrice ha in comune non solo il nome, ma anche il nomignolo. «Sono nata - spiega - quando Milo era all’apice della sua carriera. Da lì hanno dato il soprannome Sandrocchia anche a me. E così Sandra Milo ha sempre fatto parte dalla mia vita».
Emilia Cinicoli, invece, ha lavorato come comparsa in uno dei tanti suoi film, non ricorda quale. «È passato molto tempo - ammette Cinicoli - ma una cosa non la scordo di certo: la sua gentilezza.Trattava benissimo tutti, con garbo e umanità. Non c’è paragone con le attrice di oggi. Come lei non ne torneranno più» conclude Cinicoli. 

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IL SALUTO DEI GIOVANI
Ma Sandra Milo non è stata solo un'icona per molte donne. È stata anche un esempio per le nuove generazioni, che l’hanno conosciuta attraverso i racconti di nonni e genitori e anche tramite i social, come Alfredo Pio Arcero che l’ha scoperta «grazie alla sue battaglie per i diritti di tutti che lei condivideva su internet» racconta il 21enne. «La taggai in una storia di Instagram – prosegue Arcero  – e lei mi rispose in maniera molto gentile facendomi anche gli auguri di Buon Natale. Era un’anima gentile, sensibile, divertente, ironica, intelligente...». Un elenco  di aggettivi che Alfredo Pio ripete commosso dietro ai suoi occhiali scuri.  «Ci tenevo molto a essere qui. Era una donna leggera, ma non superficiale» aggiunge  Marco Bolsi che lavora nel mondo del cinema e ha qualche anno in più di Alfredo Pio. «Abbiamo perso una icona, non solo del cinema ma anche della lotta ai diritti»  ribadisce Federica Ceddia che arriva da Torino e che ha conoscito l’attrice perchè «mia madre ne parlava sempre molto bene e allora mi sono incuriosita e ho scoperto la sua storia. Da lì mi sono appassionata anche io. Penso sia stata una donna straordinaria» conclude con un pizzico di malinconia. 

Ultimo aggiornamento: 21:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA