Terremoto, quattro anni dopo ad Amatrice: «Tutto l’Appennino non ha “smosso” quanto da solo ha fatto il ponte di Genova», denuncia il vescovo Pompili

Lunedì 24 Agosto 2020 di Marzio Mozzetti
Terremoto, quattro anni dopo ad Amatrice: «Tutto l’Appennino non ha “smosso” quanto da solo ha fatto il ponte di Genova», denuncia il vescovo Pompili

RIETI - “Tutto l’Appennino non ha “smosso” quanto da solo ha mobilitato il ponte di Genova” il Vescovo di Rieti Domenico Pompili nell’omelia della messa in commemorazione delle vittime del sisma parte dalla recente attualità per ribadire che “anche il post-terremoto può segnare uno spartiacque per il nostro Paese. Un passaggio, appunto, tra una vecchia idea di ricostruzione e una nuova idea di rigenerazione”. Ed arrivano subito gli applausi dei fedeli.

Come al solito l’invito non è solo rivolto alle istituzioni: “la ricostruzione non basta se non si cura la qualità dei legami interpersonali, piuttosto che inseguire ciascuno gli interessi propri. Di sicuro, per tutto il Centro Italia l’investimento edilizio potrebbe rivelarsi una leva potente, ma a essere privilegiata dovrà essere la relazione e non la speculazione, la fiducia e non il sospetto, se si vuole davvero rinascere”.

Sempre rimanendo nell’attualità: ”la ricostruzione non basta se non si stabilisce un rapporto nuovo con l’ambiente naturale e storico che parla, interroga, ispira. Solo ritrovando l’incanto di questa terra si avrà lucidità sufficiente per immaginare soluzioni che reggano l’urto di una terra pur sempre ballerina, insieme capaci di produrre opportunità di lavoro e farsi laboratorio di ‘sostenibilità integrale’ per tutto il Paese”.

Quindi non basta solo ricostruire ma occorre una “necessaria contemplazione e cioè uno sguardo differente che modifica il nostro modo di vivere, trasformandolo dall’interno. E apre a uno slancio e a una fiducia che lasciano dietro di sé le tristezze della vita e il senso di impotenza o rassegnazione”.

“Dalle terre mutate dal terremoto, dunque, può venire qualcosa di buono - ha proseguito Pompili - a condizione che non si abbassi lo sguardo. E' tempo di rialzare gli occhi, senza sudditanza e senza arroganza. Non vogliamo morire di aiuti. Vogliamo semmai vivere di risorse”.

Pompili menziona in particolare l’acqua “che disseta Roma, l’aria ancor più rarefatta e pura ai tempi del virus; la terra, una sterminata possibilità di vita”.

Infine il Vescovo di Rieti cita Giacomo Leopardi: “La vita debb’essere viva, cioè vera vita; o la morte la supera incomparabilmente di pregio”.

Ultimo aggiornamento: 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA