Città del Vaticano - Il Papa condanna i bombardamenti sulla Siria e l'Iraq. «Occorre trovare una soluzione, che non è mai quella violenta, perché la violenza crea solo nuove ferite».
Mentre l'Australia conferma l'ingresso nella coalizione impegnata a combattere l'Isis, assieme agli Usa, Bahrein, Giordania, Emirati Arabi, Turchia e Canada, avendo come obiettivi i mezzi di trasporto militari del califfato, oltre che punti di raccolta del petrolio greggio, Bergoglio si esprime contro una soluzione di tipo militare.
Lo scenario sotto gli occhi di tutti è inquietante. Milioni di rifugiati, violenze mostrate al mondo in tempo reale («nessuno può fingere di non sapere»). «Di fronte ad un tale scenario e a conflitti che vanno estendendosi e turbando in maniera inquietante gli equilibri interni e quelli regionali, la comunità internazionale non sembra capace di trovare risposte adeguate, mentre i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi». Una guerra che «pesa in maniera sempre più insopportabile sulle spalle della povera gente».
Bergoglio fa riferimento alle vittime del conflitto: «Non posso sottacere il grave danno alle comunità cristiane in Siria ed in Iraq, dove molti fratelli e sorelle sono vessati a causa della propria fede, cacciati dalle proprie terre, tenuti in prigionia o addirittura uccisi. Per secoli, le comunità cristiane e quelle musulmane hanno convissuto in queste terre, sulla base del reciproco rispetto. Oggi è la legittimità stessa della presenza dei cristiani e di altre minoranze religiose ad essere negata in nome di un fondamentalismo violento che rivendica un’origine religiosa». Infine una raccomandazione a tutti: «anche se l'attenzione del mondo venisse meno, non dimenticate di aiutare i profughi».